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Tra i numerosi risvolti negativi della pandemia da Covid-19 c’è anche un calo importante degli accessi ai centri per la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). A rivelarlo è una relazione stilata dal ministero della Salute e presentata recentemente in Parlamento, che svela come nel primo quadrimestre del 2020 i numeri evidenzino un calo del 34,8% dei trattamenti di fecondazione assistita di II e III livello, vale a dire circa 9.500 cicli in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Che cosa è la Pma?
La Procreazione Medicalmente Assistita aiuta il concepimento nelle coppie in cui non sia impossibile avere figli in modo naturale. È una procedura importante e all’avanguardia che, però, con il Covid-19 si è vista rallentare enormemente.
Come riportato dalla relazione, infatti, il minore accesso alle procedure di PMA è evidente. I cali maggiori (-37%) hanno interessato i centri PMA privanti convenzionati, percentuale che si assesta intorno al -40,4% per i centri delle regioni del Nord-Ovest, le più colpite dalla prima ondata pandemica.
Nei centri di medie dimensioni il calo è stato del 36,4%, per quelli grandi si parla di un -36%. Infine, nelle strutture che avevano predisposto un reparto per i trattamenti del Covid-19, la percentuale sale di un oltre un punto percentuale, assestandosi al -37,7%.
Le donne in gravidanza con Covid-19 possono trasmettere il virus al feto o neonato?
Il calo degli accessi alle strutture di PMA è da valutare entrando nell’ottica dei primi incerti mesi di pandemia. Con il passare del tempo, si è scoperto che la trasmissione del virus dalla mamma al feto avviene solo in casi rarissimi. Diversa la questione per i neonati, ma il fondamentale contatto tra mamma e piccolo e l’allattamento non devono essere preclusi.
I dati sul calo, però, parlano chiaro e mostrano in modo evidente come il Covid-19 abbia influito pesantemente sulle attività dei centri dedicati alla PMA. La previsione prospetta circa 1.500 nascite in meno nel primo quadrimestre del 2020 rispetto al 2019, con un trend che dovrebbe essere confermato anche nei successivi due quadrimestri, caratterizzati dall’applicazione dei protocolli di prevenzione del Covid-19 e, di conseguenza con un’inevitabile ulteriore riduzione degli accessi alle strutture.
Covid-19 e fecondazione assistita: che cosa ci aspetta?
Il ministero della Salute ha pochi dubbi circa la possibilità che la tendenza possa avere segno positivo. Anzi, i due scenari ipotizzati parlano chiaro. Nel primo, con conferma dei numeri del primo quadrimestre, si avrebbero ben 26.800 cicli di PMA in meno, con circa 4.200 nascite in meno. Nella seconda previsione, un miglioramento del 15% dei numeri rispetto al primo quadrimestre porterebbe a -15.000 cicli e 2.400 mancate nascite.