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L’endometriosi colpisce una percentuale elevata di donne ed è considerata una delle principali cause di infertilità. Ne soffrono 150 milioni di donne nel mondo, 14 milioni in Europa e circa 3 milioni in Italia, ma in molti casi la diagnosi arriva troppo tardi: dopo 5 – 10 anni dall’inizio dei sintomi.
Altera la qualità della vita
L’endometriosi consiste nella formazione e crescita di tessuto endometriale al di fuori dell’utero, in particolare nella cavità pelvica e nelle ovaie, dietro l’utero, nei legamenti uterini, nella vescica o nell’intestino (sebbene possa verificarsi anche al di fuori dell’addome come nei polmoni o in altre parti del corpo): ciò causa crampi con sanguinamento irregolare e pesante, così come cisti nelle ovaie. Questa patologia altera la qualità della vita delle donne colpite, influenzandone rapporti, le relazioni familiari, sul lavoro e le capacità riproduttive. L’endometriosi, infatti, può ridurre la fertilità perché è direttamente correlata alla diminuzione della riserva degli ovociti e al peggioramento della loro qualità. Di solito, viene diagnosticata tra i 25 e i 35 anni.
Costi elevatissimi
Recentemente il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha annunciato l’inserimento dell’endometriosi nei nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza), quindi questa patologia rientrerà nell’elenco delle malattie croniche invalidanti che danno diritto all’esenzione. Per le donne affette da endometriosi di terzo e quarto stadio (le forme più gravi) sarà, quindi, possibile chiedere l’esenzione alle Asl e non pagare le prestazioni specialistiche come visita ginecologica ed ecografia che rientrano negli esami di controllo cui le pazienti si devono sottoporre ogni sei mesi. Rimangono, comunque, a carico gli alti costi dei medicinali, non mutabili, e delle visite (che spesso vengono fatte nel privato per superare le lunghe liste d’attesa) per tutte coloro che sono malate, ma non gravemente. La spesa media si aggira sui 3.500 euro all’anno!