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Allattare al seno per 12 mesi, di cui sei in modo esclusivo – ovvero come unica fonte di alimentazione per il neonato – riduce del 20% la probabilità di ammalarsi di endometriosi (patologia che colpisce l’utero e può rivelarsi anche molto invalidante). E ogni tre mesi in più il rischio scende dell’8%.
Benefici crescenti
La protezione dall’endometriosi è tanto maggiore quanto più a lungo dura l’allattamento al seno: come spiegano i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston, che hanno effettuato la scoperta, le donne che complessivamente durante la loro vita hanno allattato per 36 mesi o più hanno in media ricevuto molte meno diagnosi di endometriosi, con un rischio ridotto del 40%, mentre per le mamme che hanno allattato per un periodo compreso tra i 18 e i 36 mesi la probabilità di avere una diagnosi di endometriosi è risultata più bassa del 30%.
Una ricerca durata oltre 20 anni
Pubblicata sul British Medical Journal, la ricerca ha visto coinvolte più di 72mila donne, la cui salute ginecologica è stata monitorata per più di 20 anni. Dopo aver raccolto dati circa la durata dell’allattamento, la durata dell’allattamento esclusivo e la durata dell’assenza di mestruazioni dopo il parto (amenorrea post-parto), e averli incrociati con i dati di diagnosi di endometriosi ricevute da alcune delle donne coinvolte nello studio, i ricercatori sono stati in grado di calcolare quanto l’allattamento al seno possa risultare protettivo per l’utero contro il rischio di sviluppare l’endometriosi.
Il ruolo degli ormoni
Se, come ormai è noto, l’assenza delle mestruazioni nel periodo post-parto può contribuire in modo sostanziale alla prevenzione dell’endometriosi, un ruolo di una certa importanza è ricoperto anche dall’allattamento al seno poiché questa attività modifica la produzione di diversi ormoni femminili, favorendo la prevenzione da questa malattia.