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Uno studio scientifico tutto italiano coordinato dalla clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Siena e dalla Clinica Mangiagalli di Milano e condotto in 13 centri della Penisola, ha dimostrato che è possibile migliorare sensibilmente (di circa il 70%) la qualità di vita dei tre milioni di donne che in Italia sono colpite da endometriosi.
Risultati molto positivi
L’indagine è stata realizzata coinvolgendo 13 centri, strutture che in tutta Italia si occupano di endometriosi, malattia ancora troppo poco conosciuta. A 120 donne è stata somministrato una terapia a base di Dienogest (progestinico orale specifico per questa patologia). Dopo soli 3 mesi di terapia il 70% delle pazienti con endometriosi, che prima avevano una scarsa qualità di vita, sono tornate a condurre un’esistenza del tutto normale, dimenticandosi dolore e problematiche psicologiche legate all’endometriosi. È la prima volta che si dimostra scientificamente che con la sola terapia, senza il ricorso alla chirurgia, si ottengono risultati così incoraggianti, con ricadute positive anche per la società: si calcola, infatti, che i costi legati ai congedi lavorativi per le donne con endometriosi superino i 4 miliardi l’anno solo in Italia e 30 in Europa.
Una malattia tipica dei Paesi occidentali
La ricerca è stata presentata al convegno “Siepam, Il management clinico dell’endometriosi”; il professor Luigi Fedele presidente della Siepam (Società italiana endometriosi e patologia mestruale) ha ricordato che la malattia si manifesta quando cellule di endometrio, il tessuto che riveste l’utero, migrano in altre sedi del corpo. La diagnosi è spesso difficile e lunga e a volte, prima di riconoscerla, passano anche alcuni anni. Le cause dell’endometriosi non sono ancora chiare, ma si tratta di una malattia che sta diventando tipica dei Paesi occidentali, dove la natalità è ridotta e il primo figlio è cercato in età più avanzata. Un’altra possibile causa è da ricercare nella dieta. Alcuni alimenti, infatti, possono contenere sostanze ad attività ormonale sull’organismo femminile.
Riduzione degli interventi chirurgici
Il farmaco utilizzato per la ricerca, già disponibile, provoca uno stato di completa inibizione dell’ovulazione e una volta interrotta l’assunzione l’attività ovarica e mestruale femminile riprende regolarmente. A differenza di altre molecole usate per l’endometriosi non provoca effetti collaterali come peluria, dolori gastrici e insonnia. Quindi, è possibile utilizzarlo per periodi più lunghi rispetto alle terapie finora conosciute. I nuovi farmaci potranno probabilmente ridurre i casi per i quali è necessario un intervento chirurgico, molto invasivo, e che non esclude la possibilità di ricomparse della malattia nel 50% dei casi.