La definizione di “ciclo mestruale” non indica la perdita di sangue, cioè il flusso, ma l’intero processo che avviene nel corpo femminile nell’arco di circa 28-30 giorni. È un periodo breve, del quale all’esterno la donna riconosce solo la presenza delle mestruazioni.
All’interno del corpo, però, le ovaie lavorano a pieno ritmo seguendo l’attività ormonale e definiscono l’alternanza delle tappe della fertilità nel mese. Queste si dividono in fase follicolare e fase luteale, due tappe divise dal periodo favorevole alla fecondazione: l’ovulazione. Se non si verifica la fecondazione, compare la mestruazione.
Fase follicolare e fase luteale si alternano nel corso del mese, a partire dalla mestruazione. La fase follicolare, chiamata anche fase pre ovulatoria, inizia già durante il flusso precedente. L’ipofisi si attiva per produrre le gonadotropine, sostanze che stimolano lo sviluppo dei follicoli. Sono piccole strutture a forma di involucro, che contengono gli ovociti e danno il nome a questo periodo del ciclo mestruale. Contemporaneamente, comincia ad aumentare la produzione degli estrogeni, ormoni responsabili dell’accrescimento della mucosa uterina, che si ferma solo al momento dell’ovulazione. Il tessuto che riveste l’utero, ricco di vasi sanguigni, è teoricamente pronto ad accogliere e a nutrire l’embrione, in caso di concepimento. La fase follicolare è quella che dura più a lungo, circa 13-14 giorni. Tende ad accorciarsi in premenopausa, quando aumenta la quantità di ormone luteinizzante.
La fase follicolare termina in coincidenza dell’ovulazione. Solitamente è la fase più tranquilla de ciclo fertile della donna. Ha inizio con le mestruazioni, che possono causare crampi e malesseri, ma in compenso pone fine alla sindrome premestruale. Questa è caratterizzata da senso di gonfiore, stitichezza, dolore al seno, mal di testa e irritabilità. Anche queste sensazioni, però, sono correlate alle oscillazioni degli ormoni. I livelli corretti di Fsh (ormone follicolo-stimolante) sono compresi tra 1,37-9,9 Ui/Ml. Se sono più elevati, come si può dedurre da un dosaggio ormonale attraverso un prelievo del sangue, significa che non c’è abbastanza ormone per portare al rilascio di ovociti maturi da parte dei follicoli stessi.
Tra fase follicolare e fase luteale c’è l’ovulazione o fase ovulatoria. Attorno alla metà del ciclo (circa quattordici giorni prima della mestruazione successiva), l’ipofisi inizia a produrre un particolare tipo di gonadotropina, detta Lh o ormone luteinizzante. Questa sostanza provoca la rottura del follicolo, in modo che l’ovocita maturo possa uscire, essere eventualmente fecondato e si annidi sulla parete uterina. Dopo l’uscita della cellula uovo, dal follicolo aperto si forma il cosiddetto corpo luteo, che produce il progesterone. Alla fase ovulatoria si accompagnano sintomi abbastanza precisi, come una sensazione di dolore al basso ventre e, soprattutto, perdite vaginali trasparenti, molto simili all’albume dell’uovo. Sono il segnale che, in quei giorni, la fertilità e al massimo e un rapporto sessuale potrebbe portare al concepimento.
La fase post ovulatoria o luteale segue l’ovulazione e dura circa 14 giorni. Il corpo luteo aumenta la produzione di progesterone necessario per nutrire l’endometrio e per favorire l’impianto e lo sviluppo dell’embrione. Se non è avvenuta la fecondazione, il corpo luteo si atrofizza e anche la produzione di ormoni si riduce. Le cellule dell’endometrio, che rimangono senza nutrimento, muoiono e la parete uterina comincia a sfaldarsi. A questo punto, si innalza la produzione delle prostaglandine, sostanze che provocano le contrazioni dell’utero, che hanno lo scopo di favorire l’espulsione delle cellule uterine, sotto forma di mestruazione. La fase luteale è caratterizzata dalla trasformazione delle perdite trasparenti, tipiche dell’ovulazione, in secrezioni biancastre, più spesse e opache. Verso la fine della fase luteale ha inizio la fase premestruale, che termina con la comparsa delle mestruazioni. Per molte donne è il periodo più delicato del mese perché, come abbiamo detto, compare la sindrome premestruale, con sintomi fisici ed emotivi che possono anche essere debilitanti. In fase luteale, i valori dell’Fsh sono di 1.09-9.2 Ui/Ml.
Se fase follicolare e fase luteale hanno una durata regolare, anche l’ovulazione dovrebbe verificarsi normalmente, circa 14 giorni dopo la fine della mestruazione. In alcuni casi, però, possono verificarsi alcune irregolarità, legate a fattori diversi, che influenzano i corretti livelli di ormoni nel corpo femminile. In questo caso le mestruazioni possono essere troppo ravvicinate (ogni 18-20 giorni, polimenorrea), oppure molto distanziate (oltre 40 giorni l’una dall’altra, oligomenorrea). Possono essere scarse come quantità, o al contrario particolarmente abbondanti, tanto da esporre la donna al rischio di anemia. In questo caso è bene rivolgersi al ginecologo per una visita approfondita, esami del sangue ed eventuale ecografia. Infatti, cisti alle ovaie, peso eccessivo, dimagrimento improvviso, stress e tante altre cause possono alterare le normali tappe di ovulazione, fase follicolare e fase luteale, rendendo difficile il concepimento. Una volta che gli esami hanno inquadrato il problema, il ginecologo prescrive farmaci specifici.
Fonti / Bibliografia
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- Ciclo mestruale: che cos'è? - ISSaluteIl ciclo mestruale è il periodo che intercorre tra una mestruazione e la successiva. La durata è in media di 28 giorni, ma varia da donna a donna