Ciclo mestruale doloroso: quando può nascondere patologie? Cosa bisogna sapere?

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 15/03/2023 Aggiornato il 15/03/2023

Non va considerato naturale. Un ciclo mestruale doloroso merita indagini approfondite

Un ciclo mestruale doloroso non va mai considerato una cosa normale, specie se comprare tutti i mesi

Tutte le donne hanno le mestruazioni, ma non tutte le donne hanno un ciclo mestruale doloroso, soffrono cioè di quella che in termine medico viene definita dismenorrea. Dal momento che ogni persona ha una soglia di dolore differente, risulta ovviamente difficile stabilire un parametro standard che permetta di definire quando un ciclo mestruale  è doloroso o meno. In linea generale però si può dire che un dolore mestruale è leggero nel momento in cui passa con un semplice antidolorifico.

Un ciclo mestruale doloroso e abbondante è invalidante

Diversa la situazione invece quando il ciclo non solo comporta dolori molto forti al basso ventre, anche sotto forma di crampi, ma si manifesta con altri sintomi. Possono essere mal di testa e malessere generale, ma durante il ciclo mestruale si possono presentare anche nausea e vomito. Manifestazioni che nell’insieme possono risultare invalidanti al punto da compromettere le normali attività siano l’andare a scuola o al lavoro, il fare sport, l’uscire o semplicemente l’alzarsi dal letto.  Va tenuto presente che in genere a rischio dismenorrea sono soprattutto le ragazze sotto i 20 anni, quelle che hanno avuto il primo ciclo prima degli 11 anni, le donne con mestruazioni abbondanti o che hanno un flusso irregolare, quelle che non hanno mai avuto figli o le cui madri soffrono o hanno sofferto di dismenorrea e le fumatrici.

Cosa fare quando i dolori mestruali sono fortissimi

Innanzitutto, non pensare che sia normale. Un certo retaggio culturale tende ancora oggi a inculcare l’idea che il dolore si leghi quasi necessariamente alle mestruazioni e che per questo occorra sopportarlo stoicamente. Dal punto di vista pratico questo si traduce spesso nel ricorso a rimedi della nonna in caso di dolori mestruali fortissimi che vanno dai bagni in acqua calda agli impacchi di ghiaccio oltre al banale consiglio di stare a letto. Il problema in questo modo non si risolve: la strada migliore è rivolgersi al ginecologo così da procedere a una diagnosi accurata. Tutto questo perché accanto a una dismenorrea che viene definita primaria, senza cioè una causa specifica, esiste una dismenorrea secondaria che può legarsi a diverse patologie dell’apparato riproduttivo come l’adenomiosi, l’endometriosi, i fibromi uterini, le infezioni o le stenosi della cervice uterina.

Dolori mestruali: quando preoccuparsi

Di fronte a un ciclo mestruale doloroso e abbondante la prima regola è intervenire per arrivare a scoprire quale ne sia la causa. Solo infatti trattando la patologia associata ai dolori è possibile ridurli o eliminarli del tutto. Anche se è sempre rischioso fare generalizzazioni, si può dire che una delle cause più frequenti di un ciclo mestruale doloroso e abbondante sia l’endometriosi. Si tratta di una patologia caratterizzata dalla presenza di frammenti di endometrio, lo strato interno dell’utero, al di fuori della sua sede naturale. A oggi l’endometriosi resta una patologia subdola e poco conosciuta tanto che prima di arrivare alla diagnosi possono passare dai 7 ai 9 anni. Secondo i dati disponibili, ben tre di questi anni trascorrono prima che ci si renda conto che il dolore durante le mestruazioni non è normale. Ecco una delle ragioni che suggerisce di intervenire tempestivamente.

Se i dolori mestruali compaiono dopo i 40 anni

Particolare attenzione va prestata alla comparsa di mestruazioni dolorose a 40 anni. In questa fase il ciclo mestruale tende a cambiare in seguito ai mutamenti ormonali. Se il ciclo improvvisamente diventa doloroso e abbondante, meglio rivolgersi allo specialista per controlli che possano escludere la presenza di patologie come polipi, cisti, fibromi, ma anche problemi alla tiroide.

 

 

 
 
 

In sintesi

È consigliabile compilare un diario, anche attraverso una delle tante app disponibili dove tenere traccia dei cicli e segnare i sintomi che si presentano. È importante infatti riportare con attenzione allo specialista se, oltre al dolore, si presentano nausea, vertigini, episodi di diarrea, sudorazioni e vomito durante il ciclo mestruale. Un quadro chiaro della situazione, insieme agli opportuni esami, può essere d’aiuto per arrivare a una corretta diagnosi e alla risoluzione del problema.

 

 

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola il tuo ciclo mestruale

Calcola il periodo di ovulazione

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Cisti del dotto tireoglosso: si può riformare dopo l’intervento chirurgico?

27/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Alessia Bertocchini

La cisti del dotto tireoglosso, nota anche come cisti mediana del collo (per via del fatto che in genere si trova a metà del collo) dopo essere stata asportata chirurgicamente può ricomparire e, quindi, richiedere un secondo intervento.  »

Sonno agitato a 3 anni: la cameretta condivisa con la sorellina può essere la soluzione?

27/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

È possibile che a disturbare il sonno di una bimba di tre anni e mezzo sia il pensiero della sorellina che, a differenza di lei, dorme ancora con i genitori: mettere le due bambine nella stessa cameretta potrebbe risolvere i risvegli notturni della maggiore.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Fai la tua domanda agli specialisti