Ciclo mestruale
Il ciclo mestruale è l’insieme di tutti i cambiamenti che avvengono ogni mese nell’apparato riproduttivo femminile (in particolare utero e ovaie) allo scopo di rendere possibile una gravidanza.
Per ciclo mestruale non si intende la perdita di sangue mensile tipica delle donne, come spesso si crede, ma tutto il periodo compreso tra l’inizio del flusso mestruale, caratterizzato da perdite di sangue dalla vagina, e la ricomparsa del successivo mestruo, per una durata complessiva media di 28 giorni.
Questo processo si ripete ogni mese per tutta la vita fertile della donna, vale a dire dall’adolescenza, con la comparsa della prima mestruazione (menarca) intorno ai 12-13 anni, fino alla menopausa, fra i 45 e i 55 anni, con la cessazione definitiva delle mestruazioni (una donna intorno ai 50 anni può considerarsi in menopausa quando le mestruazioni risultano assenti per 12 mesi consecutivi).
Con il ciclo mestruale ogni mese il corpo si prepara a una gravidanza e, se questa non ha luogo, ricomincia di nuovo a prepararsi il mese successivo.
Nel corso di ogni ciclo mestruale un ovocita (ossia una cellula uovo, detta anche ovulo) arriva a maturazione, viene espulso dall’ovaio nella Tuba di Falloppio a esso collegata (dove avviene l’eventuale fecondazione) e arriva nell’utero, dove tutto è pronto ad accoglierlo e a consentire che, se fecondato, possa attecchire e crescere. Se questo processo non avviene, l’ovulo verrà espulso con il flusso mestruale insieme al sangue e ai residui dell’endometrio (il tessuto che riveste internamente l’utero).
Calcolo ciclo mestruale
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Come funziona
Il ciclo mestruale è definito dall’Iss, l’Istituto superiore di sanità, come un “complesso orologio biologico regolato da una serie di ormoni”, prodotti dalle ovaie su stimolo delle ghiandole ipotalamo e ipofisi.
Il processo ha inizio appunto nell’ipotalamo, una struttura importantissima, situata alla base del cervello, che collega il sistema nervoso al sistema endocrino, ossia al complesso delle ghiandole. In particolare l’ipotalamo produce il GnRH, un ormone che stimola l’ipofisi (detta anche ghiandola pituitaria, posta anch’essa nel cervello, subito sotto l’ipotalamo) a produrre a sua volta due ormoni fondamentali per il funzionamento del ciclo mestruale: la gonadotropina FSH (ormone follicolo-stimolante) e la gonadotropina LH (ormone luteinizzante). Gli ormoni FSH e LH hanno come bersaglio le ovaie, che vengono stimolate a produrre a loro volta altri ormoni femminili indispensabili per garantire che tutto proceda regolarmente: gli estrogeni e il progresterone. Gli estrogeni sono attivi soprattutto nella prima metà del ciclo mestruale, mentre il progesterone è maggioritario nella seconda metà.
Fasi ciclo mestruale
Lo scopo del ciclo mestruale è quello di permettere a ogni donna sana in età fertile di avere un figlio. Ogni mese, infatti, grazie all’azione degli ormoni estrogeni e progesterone, una cellula uovo (ovulo) giunge a maturazione e, se fecondata, si sposta nell’utero, dove attecchisce e dà inizio a una gravidanza. Se la fecondazione non avviene, il tessuto di rivestimento interno dell’utero si sfalda dando luogo alla mestruazione. Ma, già a partire dal primo giorno della mestruazione, ha inizio un nuovo ciclo mestruale e con esso la possibilità di rimanere incinta. Per inciso, va ricordato che ogni donna ha a disposizione un numero definito di cellule uovo, che, mese dopo mese, si riduce a mano a mano che passano gli anni fino a esaurirsi con la menopausa.
Il ciclo mestruale si sviluppa in tre fasi, ciascuna stimolata da una sinergia di ormoni: fase follicolare (o preovulatoria), ovulazione (fase ovulatoria), fase luteale o luteinica (o post-ovulatoria).
Fase follicolare
La fase follicolare, detta anche pre-ovulatoria, inizia il primo giorno del flusso mestruale, termina il giorno che precede l’ovulazione ed è caratterizzata dalla produzione via via crescente di estrogeni da parte delle ovaie. Gli estrogeni hanno vari effetti. Innanzitutto provocano lo sfaldamento dell’endometrio dando luogo alle mestruazioni vere e proprie. Mentre si verificano le mestruazioni, si sviluppa fin da subito nell’ovaio una piccola quantità di follicoli (strutture dell’ovaio che contengono le cellule uovo), stimolata dall’aumento dell’ormone follicolo-stimolante (FSH). Finite le mestruazioni, gli estrogeni iniziano a sollecitare l’endometrio (tessuto di rivestimento interno dell’utero) affinché ricresca e si ispessisca, in modo da poter accogliere una eventuale cellula uovo fecondata e permettere lo sviluppo dell’embrione. Estrogeni e FSH continuano a crescere e raggiungono il loro picco poco prima dell’ovulazione per favorire la maturazione dei follicoli, anche se in genere è soltanto un follicolo ad arrivare a maturazione completa (gli altri in via di maturazione si atrofizzano).
Ovulazione
A metà del ciclo (che, se il ciclo è di 28 giorni, coincide con il 14° giorno) in genere, si registra un improvviso e notevole innalzamento della produzione dell’ormone luteinizzante (LH) prodotto dall’ipofisi, che determina la rottura del follicolo e il rilascio dell’ovulo maturo, cioè l’ovulazione. Di norma le ovaie si alternano nella produzione dell’ovulo, ma può succedere che sia sempre un’ovaia a ovulare, almeno in certi periodi. Il follicolo che aveva prodotto l’ovulo si trasforma in una ghiandola, chiamata corpo luteo, che produce progesterone al fine di aiutare lo sviluppo della cellula uovo. Questa viene spinta dentro la Tuba di Falloppio collegata all’ovaia, dove può essere fecondata da un eventuale spermatozoo risalito dalle vie genitali in seguito a un rapporto sessuale. L’ovulazione, dal momento del rilascio dell’ovulo da parte del follicolo fino al suo limite di permanenza nella tuba in attesa della fecondazione dura 24-48 ore.
Fase luteale
Questa fase, che inizia dopo l’ovulazione, ha una durata abbastanza fissa, tra gli 11 e i 16 giorni, in media 14 giorni, ed è per questo che in caso di cicli molto irregolari è la fase follicolare che può variare, non la luteale. Qui agisce soprattutto il progesterone (aiutato in parte anche dagli estrogeni) che ha lo scopo innanzitutto di far crescere l’endometrio, rendendolo più spesso e pronto ad accogliere e nutrire la cellula uovo eventualmente fecondata.
Il progesterone è prodotto dal corpo luteo, cioè dal follicolo che ha espulso l’ovulo, e raggiunge l’apice di produzione intorno a 6-8 giorni dall’ovulazione. Se l’ovulo non è stato fecondato, viene assorbito dall’endometrio e il corpo luteo comincia a degenerare a circa 10 giorni dall’ovulazione. Si verifica così un brusco abbassamento del progesterone nel sangue, che provoca lo sfaldamento dell’endometrio, dando luogo alla mestruazione. Con il primo giorno di mestruazione riparte anche un nuovo ciclo mensile.
Durata ciclo mestruale
In genere viene considerato “normale” un ciclo mestruale di 28 giorni, ma in realtà si tratta di una media: solo il 15% circa delle donne ha un ciclo di 28 giorni esatti. La durata del ciclo mestruale infatti varia molto da una donna all’altra, andando da un minimo di 24-26 (ciclo corto) a un massimo 35-38 giorni (ciclo lungo).
Attenzione: il ciclo è considerato “regolare” se rimane sempre uguale nella stessa persona, anche se più lungo o più corto della media generale. Viene definito invece “irregolare” se la sua durata varia di mese in mese nella stessa persona, con cicli corti e altri lunghi senza nessuna relazione e talvolta anche con l’assenza del flusso mestruale stesso (amenorrea). Il ciclo irregolare si presenta in circa il 20% delle donne.
Anche la durata del flusso è molto variabile e va dai 2-3 giorni fino ai 6-7 giorni, con quantità di sangue da molto abbondanti (soprattutto nei primi due giorni) a scarse. Quanto al colore del sangue, all’inizio del mestruo è rosso vivo per poi virare verso il marrone negli utimi giorni. Una caratteristica del sangue mestruale è inoltre quella di rimanere fluido, senza coagularsi (possono formarsi coaguli solo in presenza di perdite abbondanti). I piccoli grumi che si possono notare sull’assorbente sono in genere piccoli pezzi del tessuto endometriale di sfaldamento.
Il ciclo mestruale è in sostanza una caratteristica personale di ogni donna, con le sue peculiarità specifiche per ognuna, perché può essere davvero molto variabile pur rimanendo fisiologico, cioè normale.
Sintomi ciclo mestruale
Le variazioni ormonali mensili del ciclo mestruale non riguardano solo l’apparato riproduttivo, ma coinvolgono l’intero organismo femminile, sia a livello fisico sia a livello emotivo e comportamentale. Questi cambiamenti danno luogo a una serie di sintomi che possono presentarsi in vista dell’arrivo del flusso, anche una o due settimane prima della sua comparsa, talvolta con un’intensità così elevata da diventare una vera e propria sindrome, la sindrome pre-mestruale, spesso così invalidante da interferire con la normale attività quotidiana.
La comparsa di questi sintomi è dovuta soprattutto all’aumento del progesterone in circolo nella fase luteinica. Lo scopo del progesterone è infatti quello di ispessire, idratare e rilassare il tessuto dell’utero per permettergli di accogliere un eventuale embrione e avviarne lo sviluppo, ma questa azione finisce necessariamente per interessare anche altri organi e tessuti, provocando ritenzione idrica, tensione e altri disturbi. Ai disturbi della fase premestruale contribuiscono oltretutto anche gli estrogeni i cui livelli restano alti anche nella prima parte della fase luteale.
Sintomi sindrome premestruale
I sintomi che si presentano prima dell’arrivo delle mestruazioni variano molto da donna a donna sia come presenza (è difficile che si presentino tutti insieme) sia come intensità (nella maggior parte dei casi si tratta di disturbi sopportabili). Ecco i principali:
- tensione e dolore al seno e ai capezzoli
- tendenza alla ritenzione idrica con gonfiori alle gambe (soprattutto caviglie) e all’addome con relativo aumento di peso
- mal di testa, mal di schiena a livello lombare, dolori alle articolazioni
- ambiamenti improvvisi dell’umore con facilità al pianto, irritabilità
- modificazioni dell’appetito, desiderio di cibi particolari, voglia di dolci
- difficoltà di concentrazione, insonnia, calo del desiderio sessuale.
Sintomi mestruazione
In genere i sintomi premestruali si attenuano con l’arrivo del mestruo o comunque dopo i primi due giorni, ma in diverse donne continuano anche durante la mestruazione. Oltre ai disturbi classici del periodo premestruale possono quindi manifestarsi sintomi come:
- dolore nella zona pelvica, più o meno acuto, continuo o “a ondate”, particolarmente intenso nel primo e secondo giorno di flusso
- crampi e spasmi nella zona pelvica o addominale
- nausea, talvolta accompagnata anche da vomito
- disturbi a livello intestinale come diarrea o stitichezza
- tendenza a fare pipì più spesso del solito
- stanchezza generale, spossatezza e sensazione di fatica.
Rimedi per i sintomi del ciclo mestruale
In genere tutti questi disturbi passano da soli entro i primi due giorni di flusso per ripresentarsi di solito al mese successivo. Per questo, se i dolori non sono debilitanti si evita di ricorrere a farmaci. Per rimediare ai fastidi si preferisce puntare sul controllo della dieta, con la riduzione del sale e l’aumento dei liquidi (contro la ritenzione idrica), con un maggiore o minore apporto di fibre (contro stitichezza e diarrea), con piccoli espedienti per compensare la voglia di dolci (una manciatina di frutta secca o una banana). In linea di massima, poi, è bene privilegiare gli alimenti vegetali e limitare (o eliminare) alcol, caffè e cioccolato.
Quando però la sindrome premestruale o il dolore della mestruazione arrivano a modificare le normali attività quotidiane, si può ricorrere ai farmaci (sempre dopo aver consultato il medico): antinfiammatori, antidolorifici, antidepressivi, a seconda delle necessità. In certi casi, può essere infine utile l’uso di preparati ormonali (contraccettivi orali come la pillola), sempre prescritti dal medico.
Dolori mestruali senza ciclo
Avere dolori molto simili a quelli delle mestruazioni in un periodo del mese diverso da quello mestruale è una cosa piuttosto comune e in linea di massima non deve preoccupare. L’origine di questo tipo di dolore può riferirsi infatti a numerose cause:
- gravidanza: nei primi giorni è facile andare incontro a dolori addominali che assomigliano a quelli mestruali;
- dismenorrea: si tratta di una alterazione del ciclo caratterizzata da mestruazioni particolarmente dolorose;
- endometriosi: questa malattia può manifestarsi con dolore pelvico-addominale sia in presenza di mestruazioni sia in assenza;
- ovulazione: il giorno dell’ovulazione può dare dolore, anche acuto, che si manifesta nel basso ventre, di solito a destra o a sinistra in corrispondenza dell’ovaio interessato. Questo dolore compare in genere intorno al 14° giorno precedente alle mestruazioni;
- pre-menopausa: un dolore “da ciclo ma senza ciclo” è proprio di questo periodo della vita della donna a causa degli squilibri ormonali correlati;
- disturbi intestinali: un dolore simile a quello del ciclo è tipico anche dei movimenti delle feci in caso di infiammazioni del colon o di intestino irritabile;
- disturbi delle ovaie: crampi e blocco mestruale possono dipendere da problemi femminili come l’ovaio policistico e l’endometriosi;
- malattia infiammatoria pelvica: le infezioni dell’apparato genitale causate da malattie sessualmente trasmesse provocano un dolore simile a quello mestruale;
In tutti questi casi per calmare il dolore è necessario risalire alla causa che l’ha provocato e curare il disturbo che ne è all’origine.
Ciclo mestruale in ritardo
È abitudine diffusa parlare di ciclo mestruale intendendo in realtà il flusso mestruale, perché solo questo in effetti può ritardare e per tanti motivi.
- La prima e più importante causa di un ritardo del flusso è l’inizio di una gravidanza: il segno più evidente della gestazione è appunto l’assenza del mestruo perché l’ovulo fecondato si è impiantato nell’utero e ha iniziato a crescere e maturare.
Esistono però numerose altre cause di ritardo, che variano anche in base all’età. Ecco le più comuni.
- Dopo il menarca (prima mestruazione), è facile che le adolescenti abbiano un ciclo irregolare, con ritardi anche evidenti. Il ciclo infatti impiega un po’ di tempo per stabilizzarsi.
- Dopo i 40 anni, nella fase della pre-menopausa, a causa della tempesta ormonale in atto, un’irregolarità è assolutamente normale.
- Le situazioni di stress prolungato, l’allenamento fisico intenso, le variazioni importanti del peso corporeo possono interferire con gli ormoni responsabili del ciclo, alterandone il ritmo.
- disturbi di ipotalamo, ipofisi e tiroide (da cui dipende la produzione di molti ormoni) rappresentano una delle prime cause di disfunzione del ciclo mensile.
- Le disfunzioni delle ovaie e in particolare le cisti ovariche possono creare ostacoli alla regolarità del ciclo perché incidono sulla produzione di estrogeni.
Le cisti ovariche possono bloccare il ciclo mestruale?
Le cisti ovariche sono vescicole piene di liquido o di altro materiale (come sangue, sebo, tessuti) che si formano nelle ovaie. La maggior parte di queste formazioni, dette cisti funzionali, sono molto comuni e dipendono dalla crescita eccessiva di un follicolo: in genere si riassorbono da sole senza creare particolari sintomi e problemi. Esistono però anche altri tipi di cisti ovariche, per esempio quelle causate dall‘endometriosi (dette endometriomi), che possono causare dolore e interferire con la regolarità del ciclo mestruale.
Anche le microcisti multiple provocate dalla sindrome dell’ovaio policistico possono bloccare il ciclo e provocare amenorrea, cioè assenza di mestruazioni. In tutti questi casi è necessario rivolgersi al ginecologo per indagare l’origine del disturbo e curarlo in modo adeguato.
Come sbloccare il ciclo mestruale in ritardo
Anche alle donne che di norma hanno un ciclo regolare può capitare di avere un ritardo. Se si tratta di un caso isolato e, naturalmente, se si è sicure di non essere incinte, si può cercare di stimolarne la comparsa con alcuni piccoli accorgimenti. Se invece il problema tende a ripetersi oppure se si sospetta di essere incinte è consigliabile rivolgersi al ginecologo per identificare la causa del ritardo e, se necessario, seguire la cura più adatta.
Ecco come sbloccare il ciclo mestruale in ritardo in modo del tutto naturale con alcuni rimedi tradizionali.
- Correre, saltare, fare ginnastica: il movimento aumenta la circolazione sanguigna sollecitando anche il flusso mestruale.
- Fare un bagno caldo e mettersi sulla pancia una boule di acqua calda: il calore crea un effetto di vasodilatazione che favorisce la mestruazione.
- Cercare di rilassarsi facendo qualcosa di piacevole: lo stress intenso e prolungato può infatti interferire con gli ormoni del ciclo, bloccandolo. Per combattere lo stress e l’ansia sono utili anche le tisane a base di erbe calmanti come camomilla, melissa, finocchio, artemisia e altre.
- Privilegiare i cibi ricchi di fitoestrogeni, sostanze di origine vegetale che “mimano” l’azione degli ormoni estrogeni. I fitoestrogeni più noti sono gli isoflavoni (contenuti in soia, fagioli, salvia), i lignani (in cereali e semi di lino), i cumestani (in trifoglio rosso e germogli).
- Ricorrere alle erbe che svolgono un’azione emmenagoga, cioè che stimolano la comparsa della mestruazione. Tra le più note vanno ricordate: prezzemolo, fieno greco, noce moscata, zenzero, zafferano, ginepro, calendula.
Ciclo mestruale in anticipo
Con la frase “ciclo mestruale in anticipo” si intendono in realtà le mestruazioni in anticipo o cicli mestruali ravvicinati, in quanto si indica l’accorciamento del periodo intermestruale. Il periodo ritenuto medio è quello di 28 giorni, ma ogni ciclo è personale e il ritardo va valutato in base alla propria durata media, che può essere di 30-35 giorni o di 24-26. L’anticipo del flusso mestruale può capitare con una certa frequenza in ogni donna, soprattutto se si parla di 2-3 giorni in modo sporadico, e non ha alcun valore patologico, ma rientra nella normalità.
Se l’anticipo della mestruazione si ripete per più cicli, e quindi non è più occasionale, si parla di polimenorrea. In termini medici, si può dire di soffrire di polimenorrea se le mestruazioni in anticipo si manifestano per diversi mesi con un intervallo inferiore ai 24 giorni (in genere, dai 15 ai 23 giorni), a causa di un accorciamento delle fasi pre-ovulatorie.
Se poi non solo il flusso si presenta con maggiore frequenza, ma è anche più abbondante e si protrae per più giorni della media, si parla di poli-ipermenorrea. Queste problematiche vanno analizzate dal medico per identificare le cause che vi sono alla base, eseguendo innanzitutto un’ecografia pelvica ed esami di dosaggio ormonale. Ecco le cause più comuni dell’ipermenorrea:
- insufficienza luteale, cioè scarsa produzione di progesterone da parte dell’ovaio nella seconda parte del ciclo mestruale,
- iperprolattinemia, cioè presenza in eccesso di prolattina,
- disturbi della tiroide,
- cicli mestruali senza ovulazione,
- errata risposta dell’endometrio a un corretto stimolo ormonale.
Senza contare i vari disturbi dell’apparato riproduttivo femminile che possono ovviamente interferire con l’arrivo delle mestruazioni, come presenza di cisti ovariche, endometriosi, infiammazioni o lesioni dell’utero.
Oltre a queste patologiche, vi possono essere anche cause diverse non patologiche, come stanchezza, stress, cambi di stagione, lutti, ansia e disturbi dell’umore.
Per quanto riguarda il trattamento delle mestruazioni anticipate tutto dipende dalla causa che ne è alla base. Le soluzioni variano dal cambio di stile di vita alle tecniche per ridurre lo stress, fino ai trattamenti ormonali o agli interventi chirurgici, necessari per esempio per rimuovere una cisti.
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Testo aggiornato a Maggio 2024, a cura di Silvia Huen