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Quasi 450mila nascite, 9mila in meno rispetto al 2017, 128mila in meno rispetto al 2008. Sono 358mila i bimbi nati da madri italiane, 8mila in meno rispetto al 2017. Quelli nati da cittadine straniere, invece, sono stati 91mila, mille meno rispetto al 2017. Dati preoccupanti quelli relativi al calo delle nascite in Italia, sottolineati durante il 2° Congresso Nazionale sulla Procreazione medicalmente assistita. Il trend negativo della natalità è iniziato nel 2008, quando è stata toccata anche la punta più alta di nascite dal 2001 in poi, con 576.659 parti. Da allora sempre meno, sino all’attuale situazione. In calo anche il numero medio di figli per donna: 1,32 è il dato del 2018, il dato peggiore dal 2004 a oggi. E per contrastare il calo delle nascite il ministro Fontana ha presentato due emendamenti al decreto crescita in esame alla Camera: previsti un bonus bebè più ampio e sconti su latte e pannolini.
Dove si nasce di più
Oggi la fecondità più alta è in Svezia, Francia e Regno Unito, vanno male Italia, Spagna e Polonia. Nei primi Paesi si sono adottate politiche di informazione e sostegno alla coppia, alla donna in particolare, che in Italia non esistono ancora, e ciò spiega il calo delle nascite che si sta registrando nel nostro Paese. Urge un piano di informazione capillare e di supporto alle donne per prevenire la cosiddetta “Permanent Involuntary Childlessnes”, l’impossibilità di avere figli dovuta a una carente informazione sul declino della fertilità e alla mancanza di piani di welfare che rendano conciliabili lavoro e maternità.
L’orologio biologico non fa sconti
La fecondità diminuisce con gli anni, ricordano gli esperti, inoltre le donne che si dedicano a studio e carriera non trovano ancora in Italia un sostegno adeguato che renda conciliabili maternità e lavoro. Le politiche attuate in altri Paesi dimostrano che questi problemi sono risolvibili. Purtroppo però, quando si raggiunge una maggiore stabilità sociale ed economica, subentra il problema della sterilità.
Il calendario della fecondità
A 25 anni il rischio di sterilità è del 5%, ma tende quasi a raddoppiare ogni 5 anni. A 30 anni diventa del 10%, a 35 del 17%, a 40 del 33% e a 45 del 62%. È fondamentale, quindi, per contrastare il continuo e progressivo calo delle nascite, non solo sostenere le famiglie, ma anche prevedere delle politiche preventive di informazione e, infine, concedere alle coppie che lo desiderano la possibilità di risolvere tale problematica attraverso l’adozione e la fecondazione assistita.