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Nel 2021 non si verificherà alcun aumento delle nascite. Proprio il contrario, quindi, di quanto si pensava fosse una normale conseguenza del periodo di lockdown per il Covid-19. Lo sostiene un gruppo di esperti italiani costituito da urologi, ginecologi, psicologi delle università di Firenze e di Catania e con la firma di una sessuologa, in uno studio che è stato pubblicato sul «Journal of Psychosomatic Obstetrics and Gynecology».
Il lockdown e il desiderio di intimità
Qualcuno ricorderà come, circa nove mesi dopo un lungo blackout che colpì New York nel 1977, le nascite subirono un’impennata. Lo stesso si verificò in Colombia nel 1992 e poi ancora in Germania nel 2005. Gli esperti hanno voluto verificare se il fatto di dover vivere insieme per tante settimane, nel timore del futuro, potesse in qualche modo aver spinto i partner ad avvicinarsi di più, cercando conforto l’uno nell’altra, pensando in modo positivo al futuro. L’ipotesi non ha però trovato conferma nei dati raccolti. Ovviamente sarà necessario attendere i primi mesi del 2021 per verificare se ci sarà in effetti un aumento delle nascite nel nostro Paese, ma al momento, secondo le indagini svolte questo potrebbe non avvenire.
Le nascite non aumenteranno per il coronavirus
Lo studio ha coinvolto un campione di oltre 1.400 persone di età compresa tra i 18 e i 46 anni, con una relazione stabile da almeno un anno. L’obiettivo era valutare le ripercussioni della pandemia sul desiderio di genitorialità. Secondo il team di esperti, il lockdown non ha fatto crescere il desiderio di diventare genitori. Se, infatti, prima della chiusura oltre 8 italiani su 10 non erano alla ricerca di un figlio, il periodo di isolamento non ha fatto cambiare idea. Dalle dichiarazioni raccolte, non è stata verificato un aumento di diventare mamme o papà, di conseguenza è possibile che la reclusione forzata non sia stata una motivazione o un’occasione per pensare a una gravidanza. Anzi, alcuni hanno dichiarato che, se prima della pandemia si prendeva in considerazione la possibilità di avere un bambino, la reclusione forzata ha fatto cambiare idea, non tanto per problemi con il partner, quanto per il timore del contagio in corso di gravidanza() e per le difficoltà economiche legate al lockdown.
Pesanti ripercussioni psicologiche della pandemia
Si è verificata, insomma, una situazione psicoemotiva difficile, che ha avuto un impatto pesante sulla serenità della coppia e sul desiderio sessuale. La situazione di benessere psicologico, che molte coppie vivevano prima della pandemia, si è progressivamente ridotta davanti a prospettive non proprio confortanti sul piano del lavoro, della sicurezza economica e della tranquillità sanitaria. Gli esperti aggiungono che se l’11,5 per cento degli intervistati pensava di diventare mamma o papà nel corso della quarantena, soltanto il 4,3 per cento di loro ha cercato effettivamente di “mettere in cantiere” un bambino in questo periodo. Si tratta insomma di dati non proprio confortanti, che probabilmente non porteranno a un significativo aumento delle nascite. Le previsioni sono condivise anche dalla Associazione ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani – Aogoi che commentano dati Istat riportati in Commissione Bilancio di Camera e Senato, secondo i quali per il 2021 le nascite in Italia potrebbero addirittura diminuire rispetto agli anni precedenti.