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Una recente ricerca dell’Eshre, European Society of Human Reproduction and Embryology potrebbe cambiare l’approccio a un’indagine cui si sottopongono molte donne per fare l’analisi della fertilità.
L’ormone AMH
I ricercatori hanno scoperto che dosare i livelli dell’ormone anti-Mülleriano (AMH) nei capelli dà risultati più accurati di quelli ricavati da un’analisi del sangue.
L’AMH è un indicatore chiave per valutare se una donna potrà rispondere efficacemente a una stimolazione ovarica, prevista dai protocolli clinici per la fecondazione assistita. L’ormone viene prodotto dai tessuti produttivi – testicoli e ovaie – e la sua concentrazione nel sangue varia in base al sesso e all’età.
Le donne da piccole hanno livelli molto bassi di AMH e questo favorisce lo sviluppo degli organi femminili, mentre con la pubertà i livelli aumentano grazie alla produzione da parte delle ovaie.
Nelle donne in età fertile, i livelli di AMH tendono a decrescere negli anni per arrivare a livelli molto bassi con la menopausa. Questo è direttamente associato al numero di cellule uova (ovociti): alla nascita sono circa un milione, già all’inizio della pubertà si riducono a circa 5.000 e di queste solo poche andranno a maturazione (follicolare), quella che ogni mese determina il ciclo mestruale.
Indice di fertilità
I livelli di AMH sono importantissimi come indice di fertilità. Questo ormone, infatti, regola l’azione di altri due ormoni, FSH (ormone follicolo-stimolante) e LH (ormone luteinizzante). Con l’abbassamento dei livelli di AMH si riduce la capacità di assicurare la crescita follicolare e quindi la maturazione della cellula uovo. L’ormone viene prodotto da piccole cellule che circondano ciascuna cellula uovo ed è quindi considerato una misura della riserva ovarica. La sua misurazione perciò è diventata un marker per valutare come una paziente risponderà alla stimolazione ovarica per la fecondazione in vitro. Oggi questo valore viene misurato nel sangue, ma i ricercatori dell’Eshre hanno illustrato come possa essere individuato in un capello, dove livelli di AMH biologicamente rilevanti sono stati rilevati con successo.
Un valore più affidabile
I ricercatori si sono avvalsi dei risultati conseguiti su 152 donne dalle quali erano stati raccolti, a più riprese, campioni di capelli e di sangue nel corso di visite in ospedale, riscontrando un livello di precisione maggiore con l’analisi dei capelli rispetto a quelle del sangue. Infatti, mentre i livelli ematici registrano la quantità di ormone presente al momento del prelievo, questo tende ad accumularsi nei capelli in crescita per mesi, quindi la quantità di ormone presente nel capello è il risultato medio di un determinato periodo.