Acido folico: a cosa serve e quando prenderlo

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 19/07/2024 Aggiornato il 19/07/2024

Assumerlo già prima della gravidanza è basilare per evitare malformazioni al nascituro. Ma è prezioso anche in allattamento e dopo. I consigli della dietista Sara Piazza.

Acido folico: a cosa serve e quando prenderlo

L’acido folico è un micronutriente che regola molte funzioni dell’organismo. La sua carenza provoca danni in qualsiasi fase della vita ma è particolarmente pericolosa in gravidanza dal momento che l’acido folico gioca un ruolo chiave nell’evitare malformazioni al feto. Oltre ad assumerlo con un’alimentazione corretta, dove frutta e verdura hanno ampio spazio, occorre quindi aumentarne l’apporto con un apposito integratore prescrivibile dal medico di base. E’ bene programmare una supplementazione di acido folico anche prima della gravidanza se si prevede di avere un bimbo o comunque non si esclude la possibilità. L’acido folico va poi assunto per tutti i nove mesi dell’attesa e per tutto il periodo dell’allattamento. Ce ne parla la dottoressa Sara Piazza, dietista al Ravenna Medical Center.

A cosa serve l’acido folico

La vitamina B9, che tutti meglio identificano con il termine di acido folico, è una vitamina idrosolubile, che si scioglie cioè in acqua e che necessita di essere introdotta giornalmente con l’alimentazione. «In genere si associa l’acido folico alla gravidanza ma occorre tenere presente che questo micronutriente è un alleato prezioso della salute in qualunque fase della vita e che la sua carenza provoca danni all’organismo» precisa la dottoressa Sara Piazza, dietista al Ravenna Medical Center. L’esperta ne elenca le principali attività:

  • interviene nella sintesi del DNA e delle proteine che servono per la crescita e la riproduzione cellulare.
  • riduce il rischio di patologie cardiovascolari come l’infarto perché abbassa i livelli di omocisteina nel sangue, un aminoacido che controlla la funzione cardiocircolatoria. L’acido folico inoltre previene la formazione di coaguli nel sangue che possono provocare ictus.
  • migliora il benessere in generale. Livelli alti di omocisteina sembrano favorire la comparsa della depressione. In questa direzione l’acido folico viene in aiuto abbassandoli. Tiene inoltre sotto controllo gli sbalzi di umore, regola il ritmo sonno-veglia, potenzia la concentrazione e la memoria.
  • previene l’anemia
  • previene le malformazioni congenite nel feto. L’assunzione di acido folico, prima della gravidanza, riduce fino al 70% il rischio di malformazioni fetali come la spina bifida e l’anencefalia.
    Da ultimo va ricordato che alcune ricerche hanno messo in luce il ruolo dell’acido folico nel prevenire alcuni tumori: grazie all’importanza che svolge nei processi di sintesi degli acidi nucleici, sarebbe in grado di ridurre il rischio di insorgenza di neoplasie al colon, stomaco e pancreas.

Carenza di acido folico 

Secondo le linee guida del Ministero della Salute il fabbisogno giornaliero di acido folico è di circa 0,4 mg. Nelle donne in età fertile, che programmano o non escludono una gravidanza e per quelle in attesa, la quantità giornaliera raccomandata è di 0,6 mg dal momento che l’embrione per crescere utilizza le riserve della mamma. Nel periodo di allattamento, invece, il fabbisogno è di 0,5 mg per recuperare il quantitativo perso con il latte materno.
Ci sono poi alcune condizioni che determinano una maggior necessità di acido folico:

  • elevato consumo di alcol
  • assunzione di alcuni farmaci, come barbiturici ed estroprogestinici
  • celiachia
  • diabete mellito insulino-dipendente
  • patologie intestinali da malassorbimento come colite ulcerosa, morbo di Crohn

Avere l’acido folico basso provoca una serie di sintomi più o meno gravi. E’ sempre l’esperta ad elencarli:
anemia

  • apatia
  • difficoltà di memoria
  • stanchezza
  • scarso appetito
  • disturbi del sonno
  • mancanza di concentrazione
  • comparsa di dermatiti a livello cutaneo.

Ma se c’è una carenza di acido folico quando preoccuparsi? Ovviamente quando i sintomi si fanno significativi e persistenti. Il ricorso allo specialista, in questi casi, diventa assolutamente necessario. Le carenze di acido folico, in ogni caso, sono dovute principalmente a un’alimentazione povera degli alimenti che lo contengono. «Si tratta della frutta e delle verdure a foglia verde, da consumare preferibilmente crude e fresche, come spinaci, broccoli, lattuga, asparagi, arance, kiwi, fragole, limoni» precisa la dietologa «ma anche delle uova, del fegato, del latte, dei legumi, delle nocciole e per finire del lievito di birra.

Occorre però fare attenzione anche a come si conservano e si cucinano i cibi, in particolare le verdure perché essendo l’acido folico sensibile a luce, aria, calore e acidità, facilmente viene distrutto. La cottura, ad esempio, può distruggere fino al 95% del patrimonio originario di questa vitamina». Particolare attenzione va prestata in gravidanza perché una carenza di acido folico può provocare spina bifida, anencefalia, ritardo della crescita del feto, nascita prematura, ipertensione gravidica nella mamma.
Mentre l’acido folico basso dà sintomi, difficile che si presenti un eccesso dal momento che questa sostanza viene eliminata attraverso le urine. «Mai esagerare in ogni caso con l’assunzione di integratori di acido folico onde evitare la possibilità, per quanto rarissima, di reazioni allergiche, nervosismo immotivato, accelerazioni del battito e tremori» precisa l’esperta. 

Acido folico in gravidanza o anche prima di rimanere incinta?

Se l’acido folico è prezioso sempre, lo è a maggior ragione in gravidanza. «Una sua carenza, durante le prime fasi di gestazione, infatti, aumenta il rischio di malformazioni del feto» spiega la dottoressa Piazza. «Una di esse colpisce il tubo neurale, la parte di feto che formerà cervello, scatola cranica e spina dorsale. Il tubo neurale si chiude entro 30 giorni dal concepimento; se questo non avviene correttamente il nascituro può andare incontro a malformazioni come la spina bifida e l’anencefalia. E’ stato verificato che l’assunzione di acido folico, già prima della gravidanza cioè quando si decide di avere un figlio o comunque non lo si esclude, riduce fino al 70% il rischio di queste malformazioni.

Sembra inoltre che l’acido folico sia in grado di intervenire anche nella prevenzione della labio-palatoschisi, malformazione congenita del labbro superiore e palato, e di alcuni difetti cardiaci congeniti. Il meccanismo, ancora oggetto di studio, sembrerebbe legato all’importante ruolo svolto dalla vitamina B9 nella sintesi del DNA, delle proteine, nella formazione dell’emoglobina e nello sviluppo dei tessuti, come ad esempio quelli embrionali, che proliferano e si differenziano». Perché l’acido folico non sia carente in gravidanza, è necessario e fortemente accomandato ricorrere a integratori di acido folico mirati. L’alimentazione rimane comunque basilare per incrementarne l’apporto.
Tra i cibi contenenti maggiori quantità di folina adatti al periodo della gestazione ci sono:

  • i carciofi, gli asparagi, i broccoli, i cavolini di Bruxelles, i cavolfiori, la lattuga, gli spinaci e altri vegetali a foglia verde, i pomodori
  • i legumi
  • gli agrumi
  • i kiwi, le fragole e la frutta secca
  • il germe di grano, il lievito di birra, i cereali in genere (soprattutto se integrali)
  • i formaggi
  • le uova.

Viceversa, benché estremamente ricchi di acido folico, andrebbero evitati il fegato e le frattaglie, il cui consumo in gravidanza è poco sicuro.

Va ricordato infine che in Italia l’acido folico è inserito nell’elenco di farmaci a rimborsabilità totale (classe A). È dunque sufficiente la prescrizione da parte del medico curante per acquistare questo integratore pagando solo il ticket previsto dalla propria Regione.

Fino a quando va preso?

Sempre in base alle raccomandazioni del Ministero della Salute, l’assunzione di 0,4 mg di acido folico al giorno attraverso integratori andrebbe proseguita almeno fino alla fine del terzo mese di gestazione, momento in cui lo sviluppo del sistema nervoso del feto può dirsi sostanzialmente “completato”. Nei due trimestri successivi, nulla vieta comunque di continuare ad assumere integratori contenenti acido folico che non solo sono innocui ma permettono di tutelare la mamma. L’acido folico serve infatti a contrastare l’ipertensione gravidica e le sue complicanze perché abbassa i livelli di omocisteina nel sangue.

Esistono poi circostanze molto particolari nelle quali l’integrazione di acido folico deve essere molto più “massiccia” ed effettuata sotto stretto controllo medico. In particolare, a dover assumere nel periodo preconcepimento e durante la gestazione un dosaggio di acido folico che può arrivare fino a 4-5 mg al giorno (ossia dieci volte superiore a quello normalmente raccomandato) sono le donne che:

  • hanno dato alla luce bambini con difetti del tubo neurale in occasione di una gravidanza precedente o con una storia familiare di malformazioni congenite
  • sono in terapia con un farmaco antiepilettico o con composti antagonisti dell’acido folico (per esempio, alcuni chemioterapici e immunosoppressori come il metotrexato)
  • hanno sperimentato più aborti spontanei ripetuti
  • sono affette da malattie come diabete, celiachia o patologie gastrointestinali croniche (per esempio, colite ulcerosa o malattia di Crohn).

Il fabbisogno di questo micronutriente fondamentale ritorna a crescere dopo il parto, fino a circa 0,5 mg se la neomamma decide di allattare al seno. In questo caso l’assunzione di acido folico attraverso integratori mirati serve a compensare quello trasferito al neonato attraverso il latte materno. L’acido folico, infatti, essendo una molecola di piccole dimensioni e che si scioglie bene nell’acqua, passa in abbondanza nel latte.

Acido folico e capelli

L’acido folico gioca un ruolo chiave nel mantenere in salute i capelli. E’ essenziale infatti per la sintesi del DNA e dell’RNA, processi alla base della crescita cellulare e della rigenerazione dei tessuti, compresi i capelli. Inoltre, favorisce la circolazione sanguigna e permette un giusto apporto di sostanze nutritive ai capelli preservandoli forti. Una carenza di acido folico può influire negativamente sul follicolo pilifero e portare a una caduta più o meno copiosa.

Quando l’acido folico è basso poi i capelli possono diventare opachi e poco elastici e il cuoio capelluto andare incontro a secchezza e desquamazione. Un altro segnale tipico della carenza di questo micronutriente è l’ingrigimento precoce della chioma. Dal momento quindi che il periodo del post-parto soprattutto se si allatta toglie vigore alla capigliatura è opportuno continuare con l’integrazione di acido folico almeno finchè si allatta.

 
 
 

In breve

L’acido folico è basilare in gravidanza per evitare malformazioni al feto. Va assunto quindi già prima di restare incinte se si prevede di avere un bimbo. Si continua poi con l’assunzione di integratori di acido folico per tutti i nove mese e anche durante l’allattamento così da evitare carenze che possono essere dannose per l’organismo.

 

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