Vulvodinia: cos’è, sintomi e cura

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 14/02/2024 Aggiornato il 14/02/2024

Non è facile individuare la vulvodinia, un dolore intimo che si credeva legato a cause psicologiche. Oggi esiste un test specifico per la diagnosi e cure più efficaci, vediamo quali.

Vulvodinia: cos’è, sintomi e cura

Vulvodinia: cos’è?

La vulvodinia è un disturbo piuttosto diffuso tra le donne, che ha serie ripercussioni su sessualità e benessere quotidiano. Fino a poco tempo fa era considerata un problema esclusivamente di origine psicologica. Oggi si pensa che la vulvodinia sia legata a un insieme di fattori e se ne riconoscono gli effetti negativi sul benessere femminile, tanto che alcuni esperti hanno stilato una proposta di legge per inserirla nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza assicurati dal Servizio sanitario nazionale.

“La vulvodinia è un dolore cronico alla vulva, i genitali femminili esterni e i tessuti che circondano l’accesso alla vagina, che sia presente da almeno 3 mesi” spiega la professoressa Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica all’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano. “Si stima che riguardi una donna su dieci almeno una volta nel corso della vita. Riguarda donne di ogni nazionalità e fasce d’età, con una concentrazione tra i 20-40 anni”.

Vulvodinia, un problema sottovalutato

La vulvodinia è quindi molto diffusa, eppure a volte non è diagnosticata perché considerata un disturbo psicogeno. Quando una donna con vulvodinia si rivolge al medico, spesso sono necessari oltre quattro anni per arrivare a una diagnosi.

Nel frattempo, chi ne soffre resta imprigionata in un malessere fisico ed emotivo invalidante, che ostacola la sfera relazionale, i rapporti sessuali, gli studi e l’attività lavorativa. La difficoltà nei rapporti sessuali può incidere anche sulla progettualità di avere un figlio.

A questo si aggiunge la scarsa comprensione degli altri, che spesso ritengono le donne con vulvodinia ipocondriache o affette da disturbi psicologici. Secondo recenti rilevazioni, molte di loro consultano fino a 5 specialisti prima di giungere a una diagnosi. 

Sintomi della vulvodinia

Il dolore che caratterizza la vulvodinia può essere continuo, ossia sempre presente, oppure intermittente, quindi comparire a intervalli. A volte è spontaneo, senza una causa scatenante, ma può essere provocato da rapporti sessuali, da una visita ginecologica, dalla posizione seduta, dall’attività fisica, da manovre di igiene intima scorrette o aggressive e perfino dal semplice contatto con la biancheria.

  • Il dolore della vulvodinia è bruciante, pungente, accompagnato da irritazione e secchezza.
  • Compaiono anche sensazione di abrasione sulla vulva, tensione locale e percezione di avere tagli sulla mucosa. In realtà, il tessuto dei genitali appare normale alla visita, né arrossato né infiammato.
  • La vulvodinia può interessare tutta la vulva oppure localizzarsi in una zona precisa, ad esempio nell’area clitoridea o nel vestibolo, l’apertura della vagina. In questo caso, si parla di vestibolodinia, la variante più frequente di vulvodinia (80%).

Quali sono le cause della vulvodinia

L’origine precisa della vulvodinia non è ancora nota, ma si conoscono alcuni elementi importanti sulla sua insorgenza, spesso dovuta a più cause che interagiscono fra di loro.

In molte donne con questo disturbo è stata individuata una predisposizione genetica alle infiammazioni. Le fibre del nervo della zona vulvare e vestibolare (chiamato nervo del pudendo) in questi casi sono più numerose e voluminose. Questo comporta un’eccessiva stimolazione che genera, a sua volta, uno spasmo del pavimento pelvico, ulteriore causa di fastidio e dolore.

Spesso la malattia è preceduta da infezioni sessuali, vaginali o vescicali ricorrenti, quindi secondo gli esperti la vulvodinia è legata a un’ipersensibilità delle terminazioni nervose vestibolari, scatenata da un’alterata risposta a stimoli infiammatori ripetuti, con l’aggravante di un’ipercontrattilità della muscolatura vulvare. Anche un parto in cui si siano verificate lacerazioni o si sia resa necessaria l’episiotomia, lesioni o irritazioni ai nervi che circondano la regione vulvare, allergie o ipersensibilità localizzata della pelle o sbalzi ormonali possono contribuire all’insorgenza del disturbo.

Come curare la vulvodinia

La diagnosi di vulvodinia deve essere effettuata da un ginecologo o da un urologo esperto della malattia e richiede un ascolto attento dei sintomi riportati e un’analisi accurata dei segni clinici. Inoltre occorre prestare attenzione agli altri disturbi, clinici e sessuali, che si accompagnano alla vulvodinia. È necessario escludere altre condizioni come vaginismo, infezioni o lesioni evidenti che possano spiegare il dolore. Inoltre si effettua un particolare esame, detto swab test, che deve avere esito positivo. È una procedura semplice e non invasiva che prevede l’utilizzo di un apposito cotton-fioc, con il quale il medico tocca alcuni punti specifici della vulva. Se la donna avverte dolore al tocco, probabilmente soffre di vulvodinia.

La cura consiste in un percorso di tipo multidisciplinare, con l’intervento di ginecologo, ostetrica, urologo, fisioterapista, psicosessuologo e psicoterapeuta, oltre ad altri eventuali specialisti che di volta in volta può essere opportuno coinvolgere. Il trattamento prevede diversi approcci, per esempio:

  • farmaci da assumere per bocca o in applicazione locale per ridurre il dolore,
  • infiltrazioni di anestetici o antinfiammatori,
  • tecniche strumentali come elettrostimolazione, radiofrequenza e laser,
  • psicoterapia,
  • dieta corretta.

Sono utili anche norme di comportamento come indossare biancheria intima bianca e in cotone, pantaloni comodi e ampi, usare detergenti intimi adeguati, non trattenere l’urina, usare assorbenti di cotone, evitare attività che esercitano pressione sulla vulva come andare in bicicletta o a cavallo.

Un prodotto specifico per la vulvodinia

Per il trattamento della vestibolodinia, sarà presto disponibile in Italia un dispositivo medico, un gel per uso topico a base di spermidina veicolata da acido ialuronico, che agisce migliorando il trofismo del tratto genitourinario femminile. Si tratta del primo prodotto sviluppato con indicazione primaria per questa malattia, dimostratosi efficace nel ridurre i sintomi di bruciore e dolore della vulvodinia del vestibolo, con miglioramento del fastidio durante i rapporti sessuali e assenza di effetti collaterali.

Foto di unknownuserpanama per Pixabay.com 

 
 
 

In breve

La vulvodinia non è una malattia psicologica, come anche gli esperti hanno pensato a lungo. Si tratta di un disturbo reale, dovuto a diverse cause scatenanti. La cura prevede un approccio multidisciplinare che spazia dai farmaci a diversi tipi di trattamento.

 

Fonti / Bibliografia

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