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Il tumore all’ovaio è uno dei carcinomi più frequenti nella popolazione femminile. Purtroppo spesso il tumore all’ovaio si scopre troppo tardi. Si tratta di un carcinoma con un’alta percentuale di familiarità. Il test genetico eseguito sulla donna malata da tumore all’ovaio, quindi, può facilitarne la diagnosi precoce e incidere quindi notevolmente sulla qualità e aspettativa di vita.
Come funziona il test
Il test genetico permette, infatti, di individuare la presenza di mutazioni del gene BRCA. Solitamente viene prescritto dall’oncologo ma, a volte, anche il ginecologo può ordinarlo. Va eseguito prima del trattamento chemioterapico per decidere la terapia migliore personalizzata sulla paziente. L’importanza del test è ancora maggiore nei casi di particolare cancro ovarico (quello non mucinoso o borderline).
Laboratori e percorsi di assistenza
Oltre al test in sé, servono specifici laboratori e percorsi che seguano la paziente e tutta la sua famiglia, soprattutto in presenza di un rischio genetico. Inoltre, il personale sanitario dovrebbe tendere a una sempre maggiore specializzazione per conoscere e analizzare i nuovi farmaci a disposizione delle donne che sono affette da particolari forme di tumore ovarico.
Tempi d’attesa brevi
Il test è tanto più utile quanto viene eseguito in tempi rapidi. E ciò non vale soltanto per il carcinoma all’utero ma si estende anche alle neoplasie del colon-retto, dei polmoni, dello stomaco e della pelle. Il test genetico individua sì le mutazioni e il rischio individuale-familiare ma, al tempo stesso, indirizza la terapia verso i farmaci più adatti e i percorsi con più alta percentuale di successo.