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La trombosi nei bambini non è un evento frequente, ma negli ultimi anni l’incidenza è aumentata fino a dieci volte tanto rispetto al passato. Le ragioni di questo sono dovute al miglioramento delle diagnosi, che riconoscono la trombosi nei bambini in modo più preciso. Secondo gli esperti del Registro Italiano Trombosi infantili, attualmente questo evento è responsabile di un caso su 2.000 ricoveri in ospedale. È essenziale comprendere quando ci si trova davanti a un caso di trombosi infantile, per evitare di confondere questo evento con altri malesseri e, quindi, non curarlo nel modo sbagliato.
Come riconoscere la trombosi nei bambini
La trombosi nei bambini compare in presenza di alcune condizioni mediche che possono essere congenite, ossia presenti dalla nascita, oppure che possono subentrare con il passare degli anni. La consapevolezza di queste condizioni permette di identificare prima la presenza della malattia. Spesso è la conseguenza della presenza di un catetere venoso centrale, un presidio che si usa in ambito ospedaliero per la somministrazione di liquidi, farmaci o sostanze necessarie per determinate malattie.
La trombofilia, ossia la tendenza che il sangue ha a formare coaguli, può essere dovuta a carenza di proteine che regolano la corretta coagulazione del sangue, come per esempio la proteina S anticogulante, la proteina C, l’antitrombina III.
Può anche essere responsabilità di alterazioni genetiche che riguardano specifici fattori della coagulazione, come, per esempio, la mutazione dell’enzima metilentetraidrofolatoreduttasi. Questa si collega a un aumento dell’omocisteina, una sostanza che favorisce la formazione di trombi.
Anche i bambini prematuri, i piccoli con la sindrome di Down, quelli che hanno avuto importanti forme di otiti o sinusiti trascurate possono essere più facilmente soggetti a trombosi.
La trombosi nei bambini per altre malattie
Ci sono anche malattie non legate ai geni che possono predisporre alla comparsa di trombosi nei bambini. Queste sono, per esempio:
- obesità, un problema in aumento
- ipertensione arteriosa primaria o dovuta a malattie dei reni
- leucemie o linfomi
- cardiopatie congenite
- immobilizzazione a letto a causa di varie malattie
- una malattia detta coagulazione intravascolare disseminata, dovuta ad alterazione dei fattori della coagulazione
- la sindrome da anticorpi antifosfolipidi, una malattia autoimmune che comporta eventi di tipo trombotico
- anemia falciforme
- anomalie congenite per esempio quella a carico della vena cava inferiore o altre.
Sintomi trombosi nei bambini
I sintomi della trombosi nei bambini variano a seconda che l’evento sia di tipo arterioso oppure venoso. Le trombosi di tipo arterioso danno luogo a sintomi acuti come:
- emiparesi, ossia impossibilità o difficoltà a muovere una parte del corpo
- asimmetria del volto
- mal di testa
- confusione mentale
- cristi epilettiche
- difficoltà nel parlare
- problemi visivi
- difficoltà a camminare.
Le trombosi venose portano a un aumento della pressione all’interno dell’encefalo e questo solitamente comporta:
- mal di testa
- nausea e vomito
- problemi visivi.
Come si cura la trombosi nei più piccoli
Per curare la trombosi nei bambini è essenziale prima di tutto non trascurare alcuni sintomi che potrebbero far pensare a questo evento acuto. In presenza di un sospetto è essenziale procedere con alcune indagini mediche che riguardano più in generale i livelli di coagulazione del sangue e, in particolare, le condizioni di salute del distretto del corpo interessato dai sintomi sospetti.
- Per quanto riguarda le analisi del sangue si effettuano l’emocromo completo e la valutazione dei fattori della coagulazione come il tempo di protrombina, la proteina C ed S, gli anticorpi antifosfolipidi e se necessario indagini genetiche per individuare eventuali alterazioni a carico dei geni che regolano la coagulazione del sangue.
- Sui vasi sanguigni di un arto o dell’addome, che possono essere interessati da trombosi si effettuano solitamente un eco-doppler, risonanza magnetica con mezzo di contrasto o angio Tc. Questi metodi diagnostici permettono di scoprire la presenza di un trombo e di valutare la qualità del flusso venoso.
A seconda della serietà della situazione, i medici possono optare per una vigile attesa, oppure somministrare farmaci anticoagulanti per via orale che oggi son adatti anche ai bambini. È necessario portare avanti la cura per la malattia che può avere scatenato l’evento acuto.