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La solitudine e la dipendenza dal web sono ormai un rischio concreto per i giovani. Anche per i piccoli. Secondo la psicologa Maria Rita Parsi i piccolissimi non dovrebbero avere accesso a tablet e smartphone, utilizzati talvolta dai genitori come “babysitter”, mentre gli adolescenti dovrebbe comunque avere un tempo limitato di accesso. A correre ai ripari, infatti, sono stati perfino colossi come Apple e Google che hanno introdotto degli strumenti di “benessere digitale” che consentono di analizzare il tempo trascorso sulle app e di impostare dei limiti.
In aumento la dipendenza dal web
Il problema della dipendenza dal web tra i ragazzi sta aumentando, tanto che il Policlinico Gemelli di Roma ha istituito un ambulatorio per prevenire e curare la dipendenza da “iperconnessione” che scatena aggressività, deficit di memoria, incapacità di relazionarsi con gli altri, obesità e ipertensione. Succede infatti che bambini e ragazzi individuino nel mondo virtuale un sostituto dei loro vuoti affettivi, della carenza di rapporti in famiglia e a scuola. La loro rabbia inespressa può essere canalizzata nella violenza dei giochi di guerra o nella ricerca di video e contenuti aggressivi, pericolosi senza il filtro costituito dalla presenza degli adulti.
Le regole per un utilizzo corretto
Le ha dettate la Società italiana di pediatria:
- niente tablet e smartphone prima dei due anni;
- no all’utilizzo durante i pasti e prima di andare a dormire;
- massimo 1 ora al giorno per i bambini tra i 2 e i 5 anni e non più di 2 ore al giorno per quelli tra i 5 e gli 8 anni;
- sì all’utilizzo di applicazioni di qualità da usare insieme ai genitori, anche se le interazioni volontarie tra bambino e genitore rimangono sempre la migliore strategia per una crescita sana.
La realtà virtuale allontana dalla vita vera
Sempre secondo la psicologa Parsi il problema è che i tempi della realtà virtuale non sono quelli della realtà “vera”, e a lungo andare ci si disabitua ai processi normali e ai tempi della quotidianità, che appare lenta, noiosa, deludente. L’attesa è così pesante e frustrante per le nuove generazioni, perché nel virtuale non si aspetta mai; sarebbe allora importante far loro riscoprire passatempi antichi come fiabe, libri, disegni.