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È una fase delicata che segna il passaggio del bimbo dalla suzione alla deglutizione. Per aiutare le mamme e i papà a vivere lo svezzamento senza stress ci sono i consigli dei medici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Via via che il bimbo cresce, infatti, l’alimentazione a base di solo latte non è più sufficiente a soddisfare le sue esigenze nutrizionali e, sia che il bimbo sia allattato esclusivamente al seno sia che si nutrito con il latte formulato o in modo misto, arriva il momento di introdurre le prime pappe.
Il momento migliore
Il periodo tra il 4° e il 6° mese di età è il migliore per iniziare uno svezzamento senza stress: a sostenerlo sono anche la Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica (ESPGHAN) e l’Accademia americana di pediatria (AAP). A partire da questa età l’alimentazione complementare si affianca all’allattamento al seno fino al compimento del primo anno di età.
Giocare a fare la pappa
Per uno svezzamento senza stress è molto importante che il bambino partecipi in modo attivo al “gioco della pappa”: sarà bene armarsi di molta pazienza e tanta buona volontà: se il piccolo vorrà fare da solo, a rischio di spargere parte della pappa su seggiolone e pareti della cucina, lasciamolo fare. È bene incoraggiare anche la sperimentazione con il cibo: 2 o 3 pezzettini morbidi da prendere e portare alla bocca renderanno felice il piccolo perché li avrà mangiati da solo.
Attenzione alle proteine
Orientativamente, spiegano gli esperti, il bebè a questa età dovrebbe fare 5 o 6 pasti al giorno e sarebbe bene iniziare lo svezzamento con la sostituzione di uno di questi, di norma la poppata di mezzogiorno circa. Dopo circa 1-2 mesi le pappe diventano 2 (pranzo e cena) e i pasti a base di latte 3 o 4. Come indicato dalla piramide alimentare per l’infanzia, l’apporto maggiore dovrà comunque provenire da carboidrati e grassi (rispettivamente 43% e 40% circa) e solo il 7-8 % dalle proteine. Per uno svezzamento senza stress, è bene poi non offrire nuovi alimenti tutti insieme, ma uno alla volta, così da poter individuare subito quelli responsabili di eventuali allergie, seguendo il calendario indicato dal pediatra.