Nonostante i miglioramenti registrati negli ultimi 10 anni, l’Italia si colloca al secondo posto in Europa per diffusione dell’obesità infantile tra i maschi (21%) e al quarto per obesità infantile femminile (14%). Precisamente, in Italia il 21,3% dei bambini è in sovrappeso e il 9,3% risulta obeso. Tra le cause, abitudini alimentari non corrette (in particolare, l’8% dei bambini salta la prima colazione; il 33% consuma una colazione non adeguata e il 36% assume ogni giorno bevande zuccherate e/o gassate). Inoltre, l’indagine dell’Osservatorio Okkio alla Salute (il sistema di sorveglianza del ministero della Salute) ha evidenziato che la maggior parte dei bambini tra i 4 e i 10 anni adotta uno stile di vita sedentario e solo 1 su 4 raggiunge la scuola a piedi o in bicicletta.
Un problema mondiale
L’obesità nel mondo sta aumentando a ritmi allarmanti e ormai è universalmente riconosciuta come una patologia, per la cui cura non esiste una risposta farmacologica. Ciò che è necessario è un investimento culturale in chiave preventiva. Serve un deciso cambio di rotta: le cause della malnutrizione infantile, di fatto, non sono da ricercare solo nella mancanza di risorse economiche, ma soprattutto nella diffusa carenza di una corretta cultura dell’alimentazione. Si tratta anche di un problema sanitario dagli enormi costi sociali ed economici, visto che solo nell’ultimo anno gli effetti di sovrappeso e obesità hanno causato 4 milioni di decessi a livello mondiale e l’impatto economico globale è stimato in 500 miliardi di dollari l’anno.