Argomenti trattati
Quando si parla di sordità e categorie vulnerabili, viene spontaneo pensare alle persone anziane e a certi tipi di lavoratori. E, invece, purtroppo questa condizione può affliggere anche i bambini, talvolta rendendo necessario il ricorso a un impianto cocleare. Per fortuna, c’è una buona notizia per le famiglie che si trovano ad affrontare la sordità nei bambini: un gruppo di esperti cinesi e statunitensi ha messo a punto un algoritmo che consente di scoprire in anticipo quanto potrà recuperare il bimbo con il dispositivo.
Che cos’è l’impianto cocleare
Si tratta di un dispositivo che viene impiantato nell’orecchio e consente alle persone affette da sordità profonda di sentire di nuovo. È formato da una parte interna e da una esterna. La parte esterna è costituita da un microfono e da un processore, che ha il compito di captare il suono, trasformarlo in impulsi elettrici e inviarlo alla parte interna. La parte interna, che va inserita dentro l’orecchio, stimola direttamente le fibre del nervo acustico. Quando la sordità è seria e magari bilaterale, spesso questa è l’unica soluzione possibile.
Verso una cura più personalizzata
Fino a oggi non era possibile sapere con certezza quanto l’impianto cocleare potesse aiutare in caso di sordità nei bambini. Per questo un gruppo di ricercatori dal Brain and Mind Institute dell’Università cinese di Hong Kong e dall’ospedale pediatrico Ann&Robert H. Lurie di Chicago, ha deciso di realizzare una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Pnas. In pratica, gli esperti hanno ideato un algoritmo in grado di prevedere se e come l’impianto cocleare aiuterà a migliorare la sordità nei bambini, utilizzando le scansioni cerebrali dei bambini non udenti per prevedere la loro abilità linguistica dopo l’impianto dell’orecchio elettronico. Le informazioni raccolte tramite l’algoritmo – ritengono gli studiosi – permetteranno ai medici di studiare cure più personalizzate. “La capacità di prevedere lo sviluppo del linguaggio è importante perché consente ai medici e agli educatori di intervenire con la terapia per massimizzare l’apprendimento linguistico per il bambino” hanno affermato.