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Per ora la legge dice che in Italia smartphone e tablet possono essere usati a scuola, pur con vari limiti. Ma creano così tanta dipendenza, che si sta già pensando di proibirli totalmente. Ci sono già emendamenti nell’ambito del testo per reintrodurre educazione civica a scuola che prevedono proprio la proibizione del loro uso a scuola. In Francia, per esempio, sono proibiti anche durante le pause di lezione. I numeri parlano chiaro: i bambini americani trascorrono mediamente più di due ore davanti a tv, smartphone e tablet e il 40% possiede un tablet. In Italia, l’80% dei bambini tra i tre e i cinque anni è in grado di utilizzare questi dispositivi elettronici. Sono i dati diffusi da un rapporto americano, promosso e pubblicato da Common Sense Media, onlus che si occupa di informare i genitori sul corretto utilizzo della tecnologia nei primi anni di vita dei piccoli.
1.400 famiglie sotto esame
Per capire meglio il fenomeno, sono state analizzate le abitudini di 1.400 famiglie americane, con diversi redditi e figli sotto gli otto anni. I risultati hanno confermato il cambiamento radicale in atto e la quotidianità dei bambini sempre più “digitalizzata”. Tv e dvd sono stati, infatti, progressivamente abbandonati, sostituiti da smartphone e tablet. I bambini dai cinque agli otto anni trascorrono in media tre ore al giorno davanti allo schermo, dai due ai quattro anni almeno due ore e mezza e addirittura già nel primo anno di vita i più piccoli sono a contatto con dispositivi elettronici per almeno 40 minuti al giorno. Altro elemento emerso dall’indagine è la maggiore predisposizione dei bambini nati in famiglie con il reddito più basso a fare un utilizzo più massiccio della tecnologia, per un totale di tre ore e mezza al giorno.
Genitori consapevoli… ma non troppo
Oltre alla raccolta dei dati, i ricercatori hanno domandato ai genitori che cosa pensassero del tempo dedicato dai propri figli davanti allo schermo. Ben due terzi dei genitori intervistati ha dichiarato di ritenere adeguato il rapporto con i dispositivi elettronici. Tuttavia, la maggioranza dei genitori ha anche affermato di essere preoccupata da un possibile sviluppo negativo dell’utilizzo della tecnologia. In particolare, i genitori di origine latino-americana si sono detti spaventati dai contenuti violenti e sessualmente espliciti.
Il parere dell’esperto
Davide Crepaldi, professore associato in Neuroscienze cognitive alla Scuola internazionale di studi superiori (Sissa) di Trieste, ha sottolineato l’importanza di un’integrazione equilibrata di smartphone e tablet nella vita dei bambini. “L’importante – ha commentato l’esperto – è che questi nuovi strumenti di apprendimento non sostituiscano quelli più tradizionali: il punto cruciale, infatti, è che i bambini hanno bisogno di ricevere stimolazioni diverse, anche una stessa informazione da più canali, inclusi quelli digitali, così l’apprendimento si arricchisce”.