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In molti Paesi del mondo le sculacciate “rieducative” sono state abolite nelle scuole, ma ancora oggi sopravvivono tra le mura di casa. Uno studio, durato 50 anni, ha però dimostrato che non solo le sculacciate non sono educative, ma anzi produrrebbero l’effetto opposto. Il risultato di questa punizione corporale maturerebbe, infatti, un atteggiamento di sfida, seguito nei casi più gravi da comportamenti aggressivi, disagio mentale, difficoltà nell’apprendimento e comportamenti anti-sociali.
Una meta-analisi su oltre 160.000 bambini
La ricerca, condotta dall’Università del Texas e del Michigan, ha preso in esame più di 160.000 bambini. Per una dei ricercatori coinvolti, Elizabeth Gershoff, docente di Sociologia della famiglia presso l’Università del Texas, “le sculacciate sono risultate associate a risultati negativi e non a un maggior rispetto delle regole o ad atteggiamenti di ubbidienza. Esattamente il contrario di quanto vogliono i genitori quando puniscono in questo modo i figli”.
La conferma di Oliverio Ferraris
La psicologa Anna Oliverio Ferraris, specializzata in educazione, nel suo libro “Non solo amore, i bisogni psicologici dei bambini” conferma che non è giusto sculacciare i bambini, precisando che c’è differenza tra un colpetto lieve e la sculacciata “in grande stile”, inflitta il più delle volte con l’intento di umiliare. Una ricerca del 2010 del Calvin College, tuttavia, affermava l’esatto contrario: i bambini sculacciati fino ai sei anni avrebbero ottenuto voti migliori e sarebbero più ottimisti rispetto ai coetanei “non sculacciati”. Ma oggi, diversi esperti condannano la sculacciata. Punire il bambino quando sbaglia è importante per disincentivare il comportamento negativo, ma mai attraverso la violenza fisica. Tra le strategie consigliate dalla psicologa Ferraris, può essere utile vietare un gioco o un’attività cui il bambino tiene, oppure allontanarlo per un po’ di tempo affinché possa riflettere sull’errore commesso.