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Di fronte ai capricci del figlio, anche alle mamme più pazienti, calme, amorevoli e dolci qualche volta sarà capitato di innervosirsi a tal punto di pensare a uno sculaccione. Salvo poi sentirsi tremendamente in colpa. Ci sono, infatti, genitori contrarissimi alle punizioni corporali, che fanno di tutto per preferire il dialogo ai gesti fisici, e altri che pensano che sculacciare i bambini quando serve sia educativo. Chi ha ragione? Secondo gli psicologi i primi.
13 conseguenze negative
Gli esperti sostengono che le punizioni corporali siano sempre negative per lo sviluppo e la crescita dei bambini. Sculacciare i bambini, infatti, significa aumentare il rischio di conseguenze negative come aggressività, insicurezza, scarsa autostima, ansia, difficoltà di apprendimento, disturbi comportamentali e persino problemi mentali e violenze nell’età adulta. Secondo una meta analisi molto approfondita sul tema, condotta da un team di ricercatori statunitensi su una casistica di oltre 160mila bambini, non c’è alcuna prova che dimostri che sculacciare i bambini sia associato a un comportamento migliore, mentre ci sono prove sulla sua associazione con 13 conseguenze negative.
Solo di tanto in tanto
Ovviamente, uno schiaffo ogni tanto può anche scappare e in questo caso non bisogna preoccuparsi. Anzi, se occasionale può anche essere benefico: vedere il genitore che si spazientisce può essere d’aiuto alla crescita del bambino. Ma solo, appunto, se è un metodo di riserva e usato solo in rare situazioni.
Non è un metodo educativo
Il problema è rappresentato dalle punizioni corporali ripetute, usate come stile educativo. Infatti, sculacciare i bambini sistematicamente significa solo spaventarli: smetteranno (forse) di comportarsi in quel modo ma solo per paura, non perché hanno davvero capito le ragioni che hanno fatto arrabbiare il genitore e gli sbagli commessi. Inoltre, in questo modo impareranno a gestire le relazioni con risposte fisiche e non di dialogo: tenderanno quindi ad “aggredire” gli altri quando li fanno arrabbiare.