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L’obesità infantile rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo, in età adulta, di patologie cronico-degenerative come diabete di tipo 2, ipertensione, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore. Sebbene i meccanismi con cui l’obesità infantile possa favorire lo sviluppo di queste patologie non siano ancora del tutto chiari, uno studio del dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Isa-Cnr) di Avellino pubblicato su Scientific Reports ha scoperto per la prima volta nelle urine di bambini sovrappeso e obesi la presenza di biomarcatori di patologie legate all’obesità infantile e alle sue complicanze. Analizzando le urine sarà quindi possibile sapere in anticipo se il bambino si ammalerà.
I composti organici volatili
I biomarcatori metabolici (ovvero indicatori di una specifica condizione biologica, sia fisiologica sia patologica) utilizzati nello studio sono i composti organici volatili o Vocs, che si trovano normalmente nei fluidi biologici (urine, sangue, saliva) e rappresentano un insieme molto eterogeneo di molecole chimiche che negli ultimi decenni sono state utilizzate come biomarcatori in molte malattie gravi.
Obesità e sovrappeso
Lo studio ha dimostrato che la quantità di alcuni dei composti organici volatili individuati nelle urine dei bambini obesi e in sovrappeso differisce da quella dei bimbi normopeso, e che i composti organici volatili che sono risultati alterati sono gli stessi identificati in ricerche analoghe condotte su bambini con alterazioni nel funzionamento del fegato. Da qui la deduzione che la presenza di questi biomarcatori può predire se il bambino si ammalerà, consentendo anche di mettere in atto adeguate misure preventive.
Mirare alla prevenzione
Spiega Rosaria Cozzolino dell’Isa-Cnr: “la nostra linea di ricerca offre indicazioni promettenti che in un futuro non molto lontano, analizzando semplicemente le urine di un bimbo obeso o in sovrappeso, si possa stabilire se il bambino si ammalerà, da adulto, di gravi malattie cronico-degenerative connesse con l’obesità infantile, e si riesca di conseguenza ad approntare i giusti approcci terapeutici e preventivi”.