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Saper cucinare da adolescenti ha dei risvolti molto positivi sulla salute da adulti. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista medica Journal of Nutrition Education and Behavior essere piccolo cuochi assicura una sana alimentazione da grandi, con vantaggiose conseguenze in termini di benessere salutare.
Chi ben comincia…
Un gruppo di ricercatori americani e neozelandesi hanno valutato le competenze culinarie auto – percepite di più di mille giovani. Senza differenze sociodemografiche statisticamente significative, un quarto dei giovani partecipanti all’indagine si era allora definito molto capace ai fornelli, mentre il resto del campione capace o molto inadeguato. In seguito, c’è stata una valutazione da adulti: per esempio, su quanto erano abili in cucina, sulla frequenza con cui preparavano i pasti, sul numero di porzioni di verdura, sulla frequenza con la quale consumavano il cibo in famiglia o in un fast food.
Più bravi in cucina, più sani a tavola
Ebbene, i risultati dall’indagine hanno mostrato che i ragazzi che nel 2002 si consideravano “capaci in cucina”, erano gli stessi che 10 anni dopo ottenevano i migliori risultati in termini di sana alimentazione con un più alto consumo di pasti con verdura, pranzo e cena in famiglia e minor difficoltà a preparare il cibo per sé o per gli altri.
Progetti educativi
Secondo Jennifer Utter, professore associato di epidemiologia e biostatistica all’Università di Auckland, in Nuova Zelanda, e primo autore dello studio: “Le ricadute positive sulle competenze culinarie nelle prime fasi della vita potrebbero non essere evidenti finché non si diventa adulti, quando si hanno maggiori opportunità e responsabilità nella preparazione dei pasti”. Importante, quindi, incentivare le famiglie, i professionisti della salute e della nutrizione, gli educatori e le comunità a continuare a investire sull’educazione culinaria dei bambini.