Imparare a riconoscere i colori per i bambini è tutt’altro che scontato. È, infatti, un processo piuttosto lungo e impegnativo per i primi anni, che richiede un certo sviluppo cognitivo e abilità ben precise. La ruota dei colori Montessori è un’attività che, attraverso l’intrattenimento, insegna ai bambini a riconoscere le varie sfumature e ad attribuire ai colori il nome corretto.
La ruota dei colori Montessori è un disco suddiviso in vari colori. Si tratta di un gioco semplice che si può realizzare anche a casa propria. Fa parte del metodo educativo di Maria Montessori ed è un gioco molto utile per far imparare ai bambini a distinguere i colori primari, poi i toni più sfumati. I bimbi, infatti, iniziano a distinguere i colori più importanti come rosso-verde-blu-giallo a partire dai 18 mesi, quando le capacità visive si perfezionano. A 3 anni di età circa, la conoscenza di queste tonalità più marcate dovrebbe essere acquisita. Più complesso è, invece, il sapere distinguere colori misti, come il viola, l’arancio, il rosa. La ruota dei colori Montessori aiuta il piccolo in questo importante processo di apprendimento.
In commercio è possibile trovare un gioco già pronto, tipo girandola, ma si può anche realizzare la ruota dei colori Montessori a casa, con materiale a costo zero o quasi, anche facendosi aiutare dai bambini. Ecco quello che occorre per una ruota “base”, ossia suddivisa nei sei colori principali: rosso, blu, verde, giallo, bianco e nero.
- Un cartoncino di forma rotonda, già pronto (per esempio quelli delle basi per torte), oppure da ritagliare in casa, di circa 20 cm di diametro.
- Un pennarello nero
- Un righello
- Sei colori in pastelli a cera o acquerelli o tempere dei colori prescelti
- Sei mollette per il bucato in legno oppure sei bastoncini in legno piatti (tipo quelli del gelato o gli abbassalingua).
Ecco come si procede: con il pennarello, usando il righello, l’adulto suddivide il cartoncino rotondo in sei spicchi uguali. Quindi, anche con l’aiuto del bambino, si colora ciascuno spicchio con un colore. Anche le mollette o i bastoncini vanno dipinti ciascuno con uno dei colori e sopra si scrive il nome del colore stesso.
Nel gioco è essenziale il ruolo dell’adulto, che deve mostrare al piccolo come si usa la ruota. Per esempio, può indicare un colore sulla ruota, spiegare al bambino di prendere la molletta o il bastoncino dello stesso colore, appoggiandovelo sopra. Oppure, può fare il contrario: può prendere in mano la molletta o il bastoncino e chiedere al piccolo di porlo in corrispondenza del colore giusto. Con il passare del tempo, il bambino dovrà anche imparare il nome del colore, pronunciandolo nel momento in cui abbina un determinato colore a molletta o bastoncino. È possibile anche scrivere il nome del colore in inglese, in modo che il piccolo impari a pronunciarlo anche in una lingua che gli sarà utile in futuro.
Secondo gli esperti, si può iniziare a giocare con la ruota dei colori già a 2-3 anni, perché a questa età un bambino ha già una discreta capacità di distinguere i colori. A ogni età è essenziale affidare il gioco più idoneo, né troppo semplice né troppo complesso. L’abbinamento del colore giusto affina questa capacità, lo spinge a riconoscere progressivamente altre tonalità secondarie e meno definite, fa maturare lo spirito di osservazione e di associazione degli oggetti. Inoltre migliora il movimento fine e la coordinazione oculo-motoria. Con il passare del tempo, si possono creare ruote dei colori più complesse, passando dai sei agli otto (aggiungendo, per esempio, arancio e viola), quindi dieci (con rosa e grigio). Teoricamente si può arrivare fino a 14-16 spicchi, se si desidera, aggiungendo di volta in volta colori più sfumati.
Secondo il metodo Montessori, un bambino va lasciato libero di esprimersi per poter dare sfogo alla sua fantasia e alla creatività. Durante il processo di apprendimento l’errore rappresenta un modo per imparare, per correggersi e ripartire fino ad eseguire una cosa nel modo giusto. Per questa ragione è essenziale non dire al piccolo “no, hai sbagliato”, o peggio ancora sgridarlo. Lo si deve invece supportare dandogli fiducia e dirgli piuttosto “sei sicuro che sia giusto? Pensaci bene”, sempre con il sorriso. Il bambino non deve sentirsi criticato o rimproverato perché questo può incidere negativamente sulla sua autostima e limitare le sue capacità.