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Le prime cose che ricordiamo potrebbero risalire a molto prima di quanto si pensasse in precedenza. Uno studio ha scoperto, infatti, che i primi ricordi nei bambini risalgono a un’età media di 2 anni e mezzo, ovvero circa un anno prima di quanto ipotizzato da studi precedenti.
Decenni di dati e ricordi
I risultati di uno studio durato ben 21 anni sono stati recentemente pubblicati online sulla rivista Memory da Carole Peterson, esperta di amnesia infantile presso la Memorial University of Newfoundland in Canada. Il suo team di ricercatori ha esaminato decenni di dati per comprendere la prima età in cui si formano i ricordi duraturi.
La dottoressa Peterson afferma che le persone ricordano molto di più dall’età di due anni di quanto non credano e ha spiegato come avviene. È molto facile convincere le persone a rammentare i ricordi precedenti semplicemente chiedendo qual è il loro primo ricordo e poi chiedendone altri. Poi iniziano a ricordare anche i ricordi precedenti, a volte fino a un anno prima.
Datazioni errate
Lo studio sui primi ricordi nei bambini è basato sulla revisione di dati emersi in vent’anni da numerose altre ricerche di laboratorio condotte da Peterson sull’amnesia infantile, con particolare attenzione alla capacità dei bambini e degli adulti di ricordare i loro primi anni di vita. Ha preso in considerazione i ricordi di 992 persone, 697 dei quali sono stati confrontati anche con i corrispettivi ricordi dei genitori, e ha documentato che quei primi ricordi sono sistematicamente datati male. Più e più volte si è dimostrato che le persone pensano di essere più vecchie di quanto non fossero in realtà nei loro ricordi.
L’effetto telescopio
Dall’analisi è emerso che in media i ricordi nei bambini vengono datati prima dai genitori. In particolare, più le memorie sono lontane nel tempo più si fa fatica a collocarle correttamente nell’età giusta, soprattutto se avvenute nei primi quattro anni di vita. Si tratta del cosiddetto effetto “telescoping”; quando guardi cose che sono successe molto tempo fa, è come guardare attraverso una lente: più un ricordo è remoto, più l’effetto telescopico lo fa vedere vicino. Per gli eventi da quattro anni in su, invece, questo non avviene.
Nel complesso, i risultati suggeriscono che le persone in realtà ricordano, della loro prima infanzia, più di quanto si pensi.