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In base ai risultati di recenti statistiche risulta che circa il 30 per cento dei bambini soffre di mal di testa specie in età scolare (tra i 6 e i 10 anni): anche prima di questa età, però, il disturbo sembra essere piuttosto frequente, ma è più difficile da diagnosticare, mentre tende a diminuire dopo la pubertà (14%). In ogni caso è importante informare sempre il pediatra, affinché possa indagare sulle diverse possibili cause e intervenire con il trattamento più adeguato. Ecco quando il mal di testa nei bambini deve preoccupare?
Quali sono le cause del mal di testa?
La principale distinzione da effettuare è quella tra cefalee primarie e secondarie: le prime sembrano dipendere per lo più da una predisposizione genetica e rappresentano la maggior parte dei mal di testa che si evidenziano in età pediatrica, mentre le seconde costituiscono il sintomo di un altro disturbo che va individuato e curato.
Le cefalee primarie sono malattie specifiche scatenate da cause spesso non identificabili, sebbene sembrino favorite da una predisposizione genetica e possano connettersi a fattori ambientali e ormonali. A loro volta si distinguono in:
– emicrania: costituisce la più diffusa cefalea primaria fino all’adolescenza ed è tipicamente caratterizzata da un’elevata familiarità. Si accompagna molto spesso a fotofobia (fastidio per la luce), fonofobia (insofferenza nei confronti dei rumori), osmofobia (fastidio per gli odori) e, in diversi casi, a nausea, vomito e pallore. Il dolore è comunemente bilaterale nei bambini piccoli, monolaterale (ossia, tende a colpire solo un lato della testa) negli adolescenti, ma anche frontale e diffuso. Per lo più di tipo pulsante, tende a peggiorare con il movimento: in genere il bambino che ne soffre risulta stanco e affaticato ed è spinto a interrompere le attività o i giochi in cui è coinvolto. Se non trattato, il disturbo può durare dalle 2 alle 72 ore, ma nel bambino gli episodi risultano generalmente più brevi. Se il disturbo si presenta “con aura”, un’eventualità più rara in questa fascia d’età, è preceduto da sintomi quali disturbi della vista, alterazione della sensibilità (formicolii, punture di spillo), alterazione del linguaggio (fatica ad articolare le parole). L’aura dura mediamente 1 ora e, proprio quando termina, di solito ha inizio l’attacco di mal di testa.
– cefalea tensiva: è più frequente nell’età adolescenziale ed è accompagnata da un dolore di intensità medio-lieve, bilaterale e costrittivo (ovvero simile a una morsa che stringe, il cosiddetto “cerchio alla testa”) che tende a irradiarsi verso il collo e le spalle. Solo raramente si accompagna a nausea, vomito e foto- fono- e osmofobia e di solito non costringe chi ne soffre a interrompere l’attività che sta svolgendo. Gli episodi possono durare dai 30 minuti ai 7 giorni.
– cefalea a grappolo: si tratta di una forma di mal di testa molto rara nei bambini, che si manifesta con episodi di dolore molto intenso, della durata indicativamente compresa tra 15 e 180 minuti. Colpisce un solo lato della testa, per lo più nell’area intorno all’occhio e alla tempia. Più episodi di questo tipo di cefalea possono ripetersi nell’arco di un breve periodo.
Quando il mal di testa è pericoloso?
Le cefalee secondarie sono i mal di testa causati da altre malattie di cui rappresentano un sintomo. Proprio considerando che questa forma di cefalea, pur se raramente, può associarsi a patologie anche molto serie (dai disturbi infiammatori meningo-encefalici, ai tumori cerebrali e ai traumi cranici), è importante non sottovalutarla e segnalarne sempre la comparsa al pediatra, con particolare tempestività nei casi in cui si evidenzi ripetutamente e/o in maniera intensa.
Nella quasi totalità dei casi, comunque, all’origine del sintomo vanno individuati disturbi comuni e di semplice guarigione come rino-sinusiti e infezioni delle prime via aeree (sindromi influenzali, raffreddori, faringiti).
Cosa provoca il mal di testa?
Nei bambini, a favorire la comparsa del mal di testa contribuiscono spesso fattori scatenanti quali disturbi della vista, del sonno o dei denti, costipazione, alimentazione irregolare, inappropriata attività fisica (sia in difetto sia n eccesso). Un peso rilevante nella comparsa di cefalea nel bambino è infine attribuibile a stati di tensioni di origine psicologica: tipico, per fare un esempio, è il mal di testa connesso alla difficoltà ad andare a scuola o a situazioni di conflitto interne alla famiglia.
Indipendentemente dalla causa, il mal di testa può rivelarsi particolarmente inficiante e comportare effetti pesanti sulla vita del bimbo che ne soffre, arrivando in alcuni casi a determinare problemi come disturbi comportamentali e difficoltà di concentrazione e attenzione con inevitabili effetti sull’apprendimento.
Fonti / Bibliografia
- Società Italiana di NeurologiaSIN Società Italiana di Neurologia