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L’associazione di consumatori Altroconsumo ha condotto un’indagine sul costo degli asili nido in Italia. È emerso che le strutture private sono molto care, soprattutto al nord. D’altra parte gli asili nido pubblici hanno poca disponibilità e requisiti di accesso molto severi. Il risultato è che ancora troppe donne sono costrette a lasciare il lavoro per occuparsi dei figli. Ecco quanto costa un nido al mese e come iscrivere il proprio bambino.
Come è possibile accedere all’asilo nido?
I requisiti per l’accesso più restrittivi sono quelli che si riferiscono ai nidi pubblici, ossia comunali oppure statali. Normalmente la famiglia sceglie una struttura vicina al proprio domicilio oppure al luogo di lavoro dei genitori. Per poter presentare la domanda è necessario che il bambino sia residente nel comune e che appartenga a una delle tre fasce di età che hanno diritto al nido, ossia: lattante (3-12 mesi), semi-divezzo (13-24 mesi), divezzo (25-36 mesi). La domanda viene presentata da entrambi i genitori come autocertificazione oppure, se uno è assente, è necessario presentare una copia del documento di identità. Nei nidi pubblici il diritto di precedenza è stabilito in base a graduatorie e le categorie disagiate hanno diritto di precedenza. Per quanto riguarda il costo degli asili nido pubblici, la famiglia è tenuta a un contributo che si calcola in base alla presentazione dell’Isee.
Perché il nido privato rappresenta un’alternativa?
Il problema è che i posti nei nidi comunali o statali sono pochissimi, come sostiene anche l’inchiesta di Altroconsumo. Le famiglie che hanno un reddito leggermente superiore oppure che hanno bambini già più grandicelli (visto che hanno la priorità i piccolissimi) restano spesso escluse. Una valida alternativa è il nido privato: in Italia ne sono presenti moltissimi e sono realtà altrettanto sicuri e stimolanti per i bambini. Seguono la stessa finalità educativa, sociale e affettiva dei pubblici, offrono la mensa e un ampio orario giornaliero. Anche le educatrici sono selezionate con rigidi criteri e le strutture devono rispondere a requisiti molto severi di sicurezza e igiene. L’unico criterio di ammissione è la disponibilità di posti, ma poiché esistono molte strutture private, è difficile non essere ammessi.
Quanto si paga al nido?
Il problema è rappresentato dai costi degli asili nido privati. L’inchiesta ha dimostrato che le rette sono spesso difficili da sostenere per le famiglie. L’indagine ha coinvolto 350 nidi privati di 8 città italiane: Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino. L’importo si aggira intorno ai 620 euro mensili per il tempo pieno, pari a dieci ore al giorno. Se il bimbo frequenta il nido a orario ridotto, in media 5 ore, la retta mensile è in media 480 euro. La città dove il costo degli asili nido è più alto è Milano, seguita da Bologna. Palermo è la più economica, ma anche qui i nidi privati sono cari e secondo la ricerca i costi equivalgono a un quinto del reddito di una famiglia. Quindi, spesso le famiglie, se non hanno nonni disponibili a occuparsi di un bambino piccolo (compito molto impegnativo) sono obbligate a scelte penalizzanti. Molte donne decidono di restare a casa, soprattutto se i figli in età di asilo sono due o più.
Fonti / Bibliografia
- Asili nido, difficile trovare posto: pochi quelli comunali e rette salate nei privati | AltroconsumoI servizi per l’infanzia sono un importante tassello del welfare, ma i posti disponibili sono ancora pochi e i nidi privati hanno rette salate. La nostra inchiesta in 350 nidi privati di 8 città. Milano la più cara.