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Negli Stati Uniti, il 64% dei bimbi con autismo è in terapia con medicinali psicotropi, che agiscono cioè sul sistema nervoso centrale. In Italia sono solo il 17%. Come mai questa differenza?
In America il 15% prende tre psicofarmaci insieme
Uno studio americano condotto su circa 33 mila bimbi ha evidenziato che il 35% dei piccoli con autismo prende due psicofarmaci, il 15% si loro almeno tre. I ragazzini oltre gli 11 anni sarebbero i più trattati farmacologicamente.
In Italia una rarità
In Italia, dove la prevalenza stimata dei disturbi dello spettro autistico in bambini e adolescenti è 4 volte inferiore che nei Paesi americani, la prescrizione di psicofarmaci in età prescolare è una rarità. In generale, queste molecole sono prescritte per l’autismo 10 volte meno che negli Stati Uniti.
Non si sono prove che servano realmente
Due i principali problemi: non ci sono, al momento, evidenze scientifiche a supporto della validità di queste cure nell’autismo, ma sono certi gli effetti collaterali, che possono andare dalle alterazioni percettive a problemi di comportamento e sbalzi d’umore. Il trattamento con gli psicofarmaci, inoltre, non è curativo, ma solo sintomatologico, perché purtroppo da questa malattia non si può guarire.
Approcci soft ma efficaci nel nostro Paese
In Italia si preferiscono metodi più soft contro l’autismo. I trattamenti più efficaci per la cura dell’autismo, comprovati scientificamente, sono definiti nelle Linee guida dell’Istituto superiore di sanità e consistono nell’approccio cognitivo-comportamentale, che non ha effetti collaterali: il Teach, l’Aba (Applied Behavior analisys) e l’Early Start Denver Mode.