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Sono quasi cinque milioni i bambini che in Italia transitano dal pronto soccorso, sia per emergenze sia per semplici visite dovute a eccessive apprensioni dei genitori ma anche alla “latitanza” del medico pediatra di base. Il dubbio che la maggior parte di queste visite non sia necessaria nasce dal numero di codici gialli e rossi (emergenze vere e proprie) che si attesta attorno al 10% del totale dei bambini registrati.
Eccesso di scrupolo
Dunque, se solo il 10% degli accessi al pronto soccorso sono dovuti a emergenze di media e grave entità, la restante percentuale cosa rappresenta? Molti degli altri accessi al pronto soccorso sono visite richieste dal genitore per timore di complicanze plausibili (bronchiti o polmoniti) magari quando il pediatra non è disponibile (nei giorni festivi) o insufficiente nel rassicurare. Poi, però, vi sono anche moltissimi accessi non necessari e, dunque, definibili tranquillamente inappropriati.
Evitare le visite non necessarie
L’eccesso di scrupolo, anche quando il genitore è ben consapevole che non sia necessario il ricorso al pronto soccorso, porta con sé una serie di conseguenze. Per esempio, le visite non necessarie al pronto soccorso ostacolano quelle propriamente necessarie così come un rapido decorso delle emergenze.
Il pronto soccorso non è il pediatra di famiglia
Uno dei più frequenti utilizzi impropri del pronto soccorso è relativo alla sua sostituzione di fatto al pediatra. Spesso, infatti, l’ansia del genitore è tale da non prendere in considerazione la possibilità di una visita “normale” dal proprio pediatra. Così come è frequente che i genitori ricorrano ai medici specialisti del pronto soccorso nella speranza che questi ultimi possano sottoporre i bambini a un controllo-esame specialistico (per esempio, rx o tac).
Solo per urgenze
Il pronto soccorso è un presidio nato per soccorrere e, dunque, porta in sé la connotazione dell’urgenza. Perciò non ci si dovrebbe recare al pronto soccorso sperando di approfondire una sintomatologia cronica, arrivando a una diagnosi senza mai essere passati dall’ambulatorio pediatrico e dalle normali prenotazioni di visite specialistiche. La stessa regola vale per coloro che si rivolgono al pronto soccorso per ottenere ricette o certificati vari.
Quando andare al pronto soccorso
I pediatri (Simeup) raccomandano di rivolgersi al pronto soccorso in caso di:
- Febbre persistente nel lattante, nonostante la somministrazione di antipiretici (pericolo convulsioni e disidratazione).
- Crisi convulsive in atto.
- Vomito o dissenteria prolungate, con sintomi evidenti di disidratazione (secchezza delle mucose, mancanza di lacrime, debolezza, irritabilità eccessiva, segni di sofferenza, impossibilità a trattenere qualsiasi tipo di liquido ingerito).
- Vomito ematico o verde scuro.
- Dolore addominale, senza evacuazione da oltre 24 ore, vomito e localizzazione dell’algìa nelle regioni inferiori destra dell’addome (zona appendicolare).
- Dolore dopo trauma addominale.
- In caso di trauma cranico: il bambino dovrà essere tenuto in osservazione (anche a casa) per almeno 48 ore, i sintomi clou del trauma sono vomito, addormentamento anomalo, irritabilità con pianto inconsolabile, difficoltà motorie e di coordinazione, strabismo oculare
- Mal di testa con febbre e vomito.
- Difficoltà respiratorie, senza causa nota.