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Sono sempre più numerosi i bambini che soffrono di problemi di vista, soprattutto difetti refrattivi, ma non solo. Purtroppo, però, in molti casi la problematica viene scoperta tardi e corretta a parecchia distanza dalla sua comparsa. E sembra che in futuro le cose andranno sempre peggio. Secondo uno studio condotto da un team di ricercatori statunitensi, dell’Università della California, pubblicato su Jama Ophthalmology, infatti, negli Usa nei prossimi anni si verificherà un incremento del 26% dei bambini in età prescolare con problemi alla vista non corretti per tempo.
Conseguenze importanti
I problemi di vista, e in particolare i difetti refrattivi, come miopia, ipermetropia e astigmatismo, non costituiscono malattie preoccupanti: infatti, possono essere facilmente tenuti sotto controllo tramite l’uso di lenti correttive. A patto, però, che vengano individuati. Non sempre ciò succede in maniera tempestiva. In questi casi, la situazione si complica perché possono subentrare compromissioni significative non solo a livello visivo, ma anche motorio e cognitivo.
Un’analisi su oltre 170mila bambini
Gli studiosi americani hanno esaminato i dati di due importanti studi del 2015, scoprendo che ben 174mila bambini di età compresa fra i 3 e i 5 anni erano ipovedenti. Nella maggior parte dei casi (69%), la colpa era di un difetto refrattivo non corretto. La popolazione più colpita? Quella ispanica (38%). Sulla base di queste informazioni, gli studiosi hanno fatto una stima del trend dei prossimi anni. Hanno calcolato che nel 2060 i bambini con un problema di visto non trattato per tempo aumenteranno del 26%. I più a rischio saranno ancora gli ispanici (44%del totale).
La situazione italiana
Anche in Italia la diagnosi dei difetti refrattivi è spesso tardiva. “Il problema esiste anche nel nostro Paese perché abbiamo sempre meno possibilità di effettuare gli screening e sempre più persone disagiate dal punto di vista economico. L’assenza di programmi di screening comporterà la perdita di alcuni bambini dalle indagini preliminari” ha confermato Paolo Nucci, direttore della clinica oculistica dell’Università di Milano presso l’ospedale San Giuseppe. Secondo gli esperti, i bambini dovrebbero sottoporsi a controlli oculistici già in età da nido. A tre anni, poi, sarebbe bene fare un’accurata visita filtro, per individuare eventuali problematiche precocemente. Inoltre, tutti i bambini dovrebbero fare un nuovo controllo prima di iniziare la scuola primaria.