Ho un bambino di 12 mesi e da 2 giorni ho deciso di interrompere l\’allattamento al seno perché troppo faticoso per me..ho il seno sinistro gonfio e leggermente dolorante..devo attendere che il latte vada via spontaneamente o meglio prendere dei farmaci?Inoltre il bambino non ne vuole proprio sapere di prendere il biberon…ho provato vari tipi di latte, ma sempre con esito negativo..non so più come fare.
Grazie
Leo Venturelli
Cara mamma Manuela,
immagino che lei abbia ben valutato la decisione di interrompere l’allattamento al seno, che anche dopo l’anno di vita è un’ottima opportunità nutrizionale per il bambino. Premesso questo, può cominciare a proporre al suo piccolo la tazza, visto che si dimostra ostile nei confronti del biberon, magari provando ad aggiungere al latte un cucchiaino di orzo o di cacao. Se però anche questo non funzionasse, sostituisca pure il latte con lo yogurt, che come alternativa è perfetto. Non vi infatti alcuna stretta necessità di inserire il latte nell’alimentazione del bambino, per cui è inutile insistere se non è gradito o addirittura è rifiutato con determinazione. In simili casi è, comunque, sempre opportuno discutere la situazione con il pediatra curante. Per quanto riguarda il modo di mandare via il latte, è meglio farlo in maniera naturale, senza usare i farmaci. Il metodo è semplice: bisogna fasciare il seno in modo ragionevolmente stretto, usando una larga fascia elastica. Se le mammelle sono indolenzite e gonfie, manualmente si deve spremere il capezzolo per fare uscire una piccola quantità di latte, quella che basta per allentare la tensione dei seni. Dopodiché bisogna fasciarsi di nuovo. E’ comunque sempre meglio che l’interruzione sia graduale, cioè avvenga riducendo giorno dopo giorno il numero delle poppate fino ad arrivare a una poppata al giorno, da mantenere per almeno due-tre giorni. In relazione ai farmaci (principio attivo cabergolina) , non sono consigliati perché espongono a effetti indesiderati piuttosto significativi, come mal di testa e di pancia e capogiri. Questo vale come indicazione generale, salvo diversa valutazione del medico curante. Con cordialità.
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