Nei primi anni di vita la febbre, ovvero l’innalzamento oltre la norma della temperatura corporea, è molto frequente in quanto nei bambini è più elevata la frequenza dei disturbi che ne provocano la comparsa: dalle infezioni batteriche e virali a carico dell’apparato respiratorio o intestinale alle cosiddette malattie esantematiche tipiche dell’infanzia.
Una reazione di difesa
È importante comunque sottolineare che la febbre in sé non è una malattia ma una reazione difensiva da parte dell’organismo nei confronti di un agente infettivo (nei bambini in genere un virus): l’aumento della temperatura corporea, infatti, consente di ridurre la proliferazione degli microbi e aiuta la produzione di anticorpi specifici per combatterlo.
A volte non passa
Di norma, in presenza di malattie infettive, la febbre tende a comparire improvvisamente raggiungendo spesso temperature anche molto elevate (mediamente più che negli adulti). Solo più raramente può accadere, invece, che il bambino manifesti quella che comunemente viene indicata come “febbricola”, cioè un lieve aumento della temperatura corporea di poco superiore alla norma (tra i 37 e i 38 gradi), in genere più persistente della febbre alta, che in alcuni casi si protrae anche per più settimane. A causare questo genere di alterazione possono intervenire fattori diversi ma, in ogni caso – come indica la Sipps (Società italiana di pediatria preventiva e sociale) – il pediatra va sempre consultato quando la febbre nel bambino dura più 48-72 ore.
Disturbi pregressi
A volte la persistenza di qualche grado di febbre nel bambino può rappresentare la conseguenza di una malattia appena “fatta”, come:
- l’influenza o un’infezione virale in genere: nei primi anni di vita può capitare che anche un banale disturbo destabilizzi per diverse settimane il centro che regola la temperatura corporea (localizzato nel cervello): bimbi appena guariti possono perciò continuare a evidenziare qualche linea di febbre pur in assenza di altri sintomi per periodi di tempo anche piuttosto lunghi;
- malattie come la mononucleosi, il citomegalovirus o la toxoplasmosi: questi disturbi possono lasciare come strascico questa forma di febbre leggera e persistente (per lo più già presente nel corso della malattia assieme ad altri sintomi) anche una volta guariti.
In ogni caso, se il bambino sta bene, si comporta in modo normale e si alimenta bene, di solito non è il caso di preoccuparsi. Gradualmente la sua temperatura corporea si ristabilizzerà senza il bisogno di ricorrere ad alcun ulteriore trattamento.
Disturbi in corso
In altri casi la lieve e persistente alterazione della temperatura corporea può essere la manifestazione di disturbi o ad alterazioni in corso, tra cui:
- malattie reumatiche che a volte iniziano in maniera subdola e non vengono riconosciute. Sono necessari accertamenti diagnostici ed è quindi importante portare sempre il piccolo dal pediatra;
- infezioni delle vie urinarie spesso difficili da diagnosticare immediatamente;
- malattie virali come la mononucleosi;
- infezioni parassitarie;
- carenza di ferro o deficit vitaminici.
In questi casi il rialzamento della temperatura corporea tende ad associarsi a sintomi che consentono al pediatra di sospettare la presenza della eventuale malattia responsabile e prescrivere gli esami e le cure adeguati.
Si dovrebbe semplicemente trattare del perdurare degli effetti di disturbi pregressi, che col passare del tempo scompariranno, se la febbricola non si associa ad altri sintomi: in particolare a linfonodi ingrossati, mal d’orecchie, mal di pancia, vomito, diarrea, macchie sulla pelle, dolori alle articolazioni o dolori in generale, cefalea, astenia, pallore, mancanza di appetito, perdita di peso, malessere generale, irritabilità, confusione, difficoltà respiratorie, difficoltà a stare in piedi, rigidità del collo, accelerazione del battito cardiaco.
In presenza di febbricola persistente è comunque sempre consigliabile consultarsi col medico che sulla base della descrizione delle condizioni del bambino e della sua storia clinica potrà accertarsi che all’origine del sintomo non sia presente alcun problema. In particolare il rischio di patologie anche molto serie si evidenzia in presenza di:
- stato confusionale;
- dolore e oppressione toracica;
- palpitazioni e tachicardia;
- difficoltà a urinare;
- difficoltà respiratorie evidenti;
- dolore intenso;
- presenza di sangue in vomito, urina e feci.
Se si verificano uno o più di questi sintomi è necessario recarsi quanto prima al Pronto soccorso pediatrico.
Cosa fare se non la passa la febbre?
Rivolgersi sempre al pediatra per sapere quanto farmaco somministrare per chilo di peso del bambino. Consultare sempre il pediatra quando:
- il bambino ha meno di 3 mesi e presenta febbre ≥ 38° C
- il bambino ha tra i 3 e i 6 mesi e presenta febbre ≥ 39°C
- la febbre dura da 48-72 ore
- sono contemporaneamente presenti altri sintomi importanti quali torpore e sonnolenza, rigidità del collo (il bambino non riesce ad abbassare o alzare la testa), macchie bluastre sulla pelle tipo petecchie o ecchimosi, vomito a getto o persistente, disidratazione e difficoltà respiratorie.
Fonti / Bibliografia
- Malattie esantematiche: quali sono, sintomi e terapie - ISSaluteLe malattie esantematiche sono malattie infettive caratterizzate dalla comparsa di un esantema. Le più comuni sono: morbillo, varicella, rosolia, scarlattina, quinta e sesta malattia, mani piedi bocca, pitiriasi rosea.