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A rivelare la relazione tra la vita in città e una più alta incidenza di casi di ADHD tra i bambini è uno studio condotto da ricercatori canadesi su circa 37mila bambini nati a Vancouver tra il 2000 e il 2001 e seguiti nella loro crescita per bene sette anni. Ecco perché in città cresce il rischio di ADHD per i bambini.
Cos’è un adhd?
Sotto la definizione di ADHD (acronimo di Disturbo da deficit di attenzione iperattività), si cela tutta una serie di condizioni e problemi, spesso coesistenti, che si palesano soprattutto durante il periodo dello sviluppo e portano a deficit nel normale neurosviluppo della sfera di attenzione e organizzazione, caratterizzati anche da iperattività ed eccessiva impulsività.
Questi tipi di disturbi, molto spesso, permangono negli adulti, causando problemi di socialità, sul lavoro e, ovviamente, in ambito personale. Presente in media nel 5% dei bambini, la ricerca canadese ha rivelato come per i piccoli che vivono nelle zone meno verdi e più inquinate delle città, il rischio aumenta vertiginosamente, fino a un +62% di probabilità rispetto ai bambini che vivono in zone con livelli medi di verde e di inquinamento (polveri sottili PM2.5).
Cosa causa adhd?
I ricercatori canadesi hanno scoperto che l’aumento di ADHD è legato ai fattori di inquinamento e mancanza di aree verdi incrociando i dati raccolti dall’osservazione dei bambini.
In particolare, considerando separatamente i due fattori di rischio, si è visto come un aumento del 12% del verde in città porta a una riduzione del 10% del rischio, mentre una crescita di 2,1 μg/m3 di PM2.5 fa salire dell’11% la possibilità di ADHD.
Ovviamente, i due fattori sono spesso strettamente legati e i dati lo confermano. Infatti, nelle zone in cui è presente più verde e i livelli di inquinamento restano nella media, i casi di ADHD tra i bambini scendono drasticamente, arrivando a toccare un -50% di incidenza. Di contro, con meno verde e più alti livelli di PM2.5, il rischio sale del 62%.