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A lanciare l’allarme è stato Pasquale Guida, direttore del reparto di Ortopedia dell’ospedale Santobono di Napoli. Secondo l’ortopedico infatti, in passato gli eventi principali che causavano le fratture erano investimenti, incidenti stradali e infortuni durante sport da contatto, oggi le lesioni scheletriche sono conseguenza di traumi che occorrono tra le mura domestiche.
Bimbi sovrappeso
Diverse fratture sono poi rese più difficili da trattare a causa del peso nettamente al di sopra della media, soprattutto in Campania che detiene il primato per numero di casi di obesità infantile in Italia. Questo determina ulteriori difficoltà nel rimettere in asse e nel rendere stabili i risultati per gli ortopedici, perché i mezzi di sintesi meccanici (viti, placche, fissatori, chiodi) devono avere caratteristiche di tenuta tali da sopportare sollecitazioni meccaniche importanti.
Fratture più complesse
La complessità e gravità delle fratture che gli ortopedici osservano negli ultimi anni, sono spesso conseguenza della sedentarietà di bambini e adolescenti. Oggi un bambino di 12 anni trascorre in media 8 ore al giorno davanti al computer. Questo significa che per tutto quel tempo il bambino non esercita i riflessi che dovrebbero proteggerlo in caso di caduta. Questi bambini sono molto abili nell’utilizzare il computer o le consolle di gioco, ma se scivolano sul bagnato o semplicemente cadono sono molto meno reattivi nel proteggersi, cadono come gli anziani. In questo modo, le ossa si rompono in maniera molto più complessa, al punto che anche la radiografia non riesce a fornire tutte le informazioni necessarie.
Si usano Tac e stampanti 3D
Per individuare e curare queste fratture sempre più complesse, oggi ci si avvale di tecnologie come la Tac e la stampante 3D, una pratica che si sta diffondendo nei centri pediatrici che si occupano di Ortopedia e Traumatologia come il Rizzoli di Bologna e il Gaslini di Genova, che hanno dipartimenti di Emergenza e accettazione, l’ospedale pediatrico di Alessandria, il Bambino Gesù di Roma, il Santobono di Napoli, il Gaetano Pini di Milano.
Fonti / Bibliografia
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