Colpiscono circa il 5% della popolazione, senza differenza tra maschi e femmine. Le orecchie a sventola sono uno degli inestetismi che possono causare maggior disagio nei bambini.
Riconoscerle è facile: la particolare forma dei padiglioni delle orecchie tende a far sì che siano spostati più in avanti e, quindi, a essere più prominenti e visibili. Va però subito sottolineato che nelle orecchie a sventola la funzione uditiva è assolutamente normale. Quindi, se non si correggono non succede nulla dal punto di vista della crescita e dell’udito: rimane però il disagio psicologico dell’inestetismo che può essere solo in parte nascosto dai capelli (e soprattutto nelle femmine) quando il neonato diventa bambino e poi adulto.
Le orecchie umane differiscono da un soggetto all’altro; esistono alcune tipologie di lobi, e questo grazie a uno specifico gene, chiamato allele. Le opzioni sono due. I lobi infatti possono essere:
- attaccati ai lati del viso (allele recessivo)
- liberi (allele dominante).
Nel primo caso avremo un lobo piccolo con poco spazio per gli orecchini, nel secondo un lobo più carnoso che può anche “pendere” dal padiglione o presentarsi sporgente verso l’esterno.
Le orecchie a sventola (dette anche ad ansa) nei bambini sono un difetto congenito (ossia presente alla nascita) e hanno una caratteristica ben riconoscibile: i padiglioni auricolari si contraddistinguono per una diversa conformazione. Sono normali per forma e dimensioni, ma si mantengono eccessivamente distanti dalla nuca, assumendo il caratteristico aspetto prominente e distaccato. Le orecchie a sventola possono riguardare entrambi i padiglioni auricolari (la situazione più comune) o anche – ben più raramente – un solo orecchio. A volte il neonato – vuoi perché ha il capo molto piccolo, vuoi per le posizioni assunte durante il travaglio – può sembrare colpito da questo inestetismo, che però, spesso, scompare con la crescita.
Le orecchie a sventola vere e proprie invece si formano così intorno al sesto mese di gravidanza, quando la cartilagine (ossia un tessuto elastico e flessibile) che costituisce il padiglione auricolare, anziché piegarsi all’indietro – come solitamente accade durante il suo normale sviluppo – tende a irrigidirsi e si stabilizza in una posizione tale da creare un maggior spazio tra la nuca e l’orecchio.
Per riportare le orecchie dei bambini alla forma normale si ricorre all’intervento chirurgico di otoplastica, che rappresenta ancora oggi la soluzione definitiva del problema. poiché garantisce il rimodellamento delle cartilagini dei padiglioni auricolari secondo la naturale conformazione.
In alternativa all’intervento (che può essere eseguito solo sui bambini più grandicelli, verso i 5-6 anni di età), però, non mancano tecniche e accorgimenti possibili fin da subito che, tuttavia, non hanno la stessa capacità risolutiva.
L’intervento chirurgico è preceduto da un’accurata visita iniziale, durante la quale vengono rilevati forma e dimensioni dei padiglioni auricolari, nonché lo stato di salute del bambino.
L’intervento consiste nel praticare un’incisione dietro le orecchie e nel rimuovere la cartilagine in eccesso dei padiglioni auricolari, così da poterli riposizionare ben allineati alla nuca.
L’operazione è in genere praticata in day surgery, dura circa due ore, viene eseguita in anestesia totale (locale se si tratta di adulti e adolescenti). Non presenta particolari controindicazioni, né lascia tracce visibili: l’unica cicatrice presente resta nascosta dietro l’orecchio. Dopo l’intervento il bambino deve indossare un bendaggio per alcuni giorni. Il successivo decorso post-operatorio è indolore e solitamente si risolve nel giro di due settimane. Ma per circa tre mesi potrà essere indossata una fascia per la testa durante la notte.
L’intervento di otoplastica viene effettuato intorno ai 5-6 anni di età, cioè dopo che i padiglioni auricolari hanno raggiunto un certo grado di sviluppo, assumendo la propria conformazione definitiva. Del resto, è proprio intorno a questa età che il piccolo, cominciando ad andare a scuola e a relazionarsi con i compagni di classe, sviluppa una maggiore percezione di sé e può cominciare ad avvertire imbarazzo e disagio psicologico per la propria situazione. Il bambino potrebbe, infatti, risentirne se i compagni lo prendono in giro. Durante l’adolescenza, poi nel momento in cui si è molto attenti alla propria immagine, i problemi possono aumentare, anche nei rapporti con l’altro sesso.
Recentemente sono state introdotte tecniche meno invasive rispetto all’intervento chirurgico classico. In particolare, si utilizza un dispositivo denominato Ear Fold, adatto a correggere le orecchio a sventola sia negli adulti sia nei bambini di età non inferiore ai sette anni.
Ear Fold si presenta come una specie di placchetta metallica che, disposta sotto la cute in corrispondenza dell’orecchio, permette di rimodellare il padiglione auricolare secondo la forma desiderata e, soprattutto, di mantenere nel tempo la nuova conformazione. L’intervento, minimamente invasivo, viene effettuato in anestesia locale e dura pochi minuti. Non restano cicatrici visibili e il decorso post-operatorio è molto rapido. La placchetta – progettata per restare impiantata sottocute – è realizzata in materiale altamente biocompatibile: si tratta di una lega di titanio e nichel, rivestita in oro per renderla meno visibile attraverso la pelle.