L’ambliopia è un disturbo che interessa circa due bambini su 100 tra i sei mesi e l’età scolare (spesso compare già prima dei due anni). Nella sua forma più frequente (monolaterale) è nota anche come occhio pigro perché a causa di questo difetto visivo un occhio “vede meno” dell’altro. Questo interferisce con l’attività del cervello, che è naturalmente portato a elaborare soprattutto le immagini ricevute dall’occhio con maggiore “acutezza visiva” e a trascurare quelle provenienti dall’altro. Più raramente questa riduzione della capacità visiva riguarda entrambi gli occhi.
L’ambliopia può dipendere a sua volta da altri difetti della vista o di rifrazione (come miopia, ipermetropia, astigmatismo) che possono interessare gli occhi in modo asimmetrico, da patologie oculari (cataratta congenita, opacità corneale), da alterazioni della motilità oculare (come lo strabismo) o patologie palpebrali (come ptosi o palpebre cadenti) che possono verificarsi durante lo sviluppo dell’apparato visivo e alterare la corretta stimolazione sensoriale degli occhi, anche senza comprometterne l’integrità anatomica. L’ambliopia si manifesta generalmente tra la nascita e gli 8-9 anni di vita del bambino, cioè durante la fase di sviluppo della vista e delle strutture nervose deputate all’elaborazione degli stimoli visivi. A differenza di quanto accade per altri difetti della vista, in genere l’ambliopia non ha sintomi evidenti, se non quando si associa a strabismo, a ptosi (abbassamento della palpebra) o alla tendenza del bambino a tenere la testa in posizioni innaturali per favorire la messa a fuoco.
Dal momento che l’ambliopia può dipendere da altri difetti visivi, è importante per i genitori prestare attenzione ad alcuni indizi che aiutino a riconoscerli (soprattutto quando il bambino è ancora troppo piccolo per riuscire a comunicare a parole il suo disagio). Ecco a che cosa fare attenzione:
- strizza gli occhi di frequente,
- reclina troppo la testa o avvicina gli occhi al foglio mentre fa i compiti o disegna (se più grandicello),
- si mostra infastidito dalla luce,
- non ha gli occhi perfettamente in asse.
In tutti questi casi potrebbe esserci qualcosa non va ed è meglio rivolgersi all’oculista per un controllo.
Importante la diagnosi precoce
Se intercettata presto l’ambliopia può essere facilmente corretta (con possibilità di successo pressoché completo entro i primi 5-6 anni di vita), quando le strutture che mettono in comunicazione occhi e cervello sono ancora in fase di formazione. Al contrario, se viene trascurata tende a diventare definitiva e a permanere anche in età adulta. Per diagnosticare precocemente questo disturbo sono necessarie una visita oculistica e una valutazione ortottica con studio della motilità oculare. Esistono anche due esami mirati:
- il test del riflesso rosso: di facile esecuzione, viene fatto al bambino dopo la nascita o nel primo anno di vita. Permette di verificare se le vie ottiche sono libere oppure no, individuando eventuali malattie come la cataratta congenita;
- il test di Lang: viene eseguito dal pediatra solitamente attorno ai 2-3 anni di età del piccolo e permette di permette di valutare la capacità di visione binoculare o stereoscopica del piccolo.
In ogni caso è bene sottoporre il bambino a una prima visita oculistica verso i 3 anni di età, anticipando questa tappa già a un anno se esistono fattori (come la familiarità) che aumentano le probabilità che il piccolo sviluppi un difetto visivo.
L’ambliopia non può essere migliorata solo tramite correzione ottica (cioè con dei semplici occhiali), ma necessita di un intervento su più fronti:
Correggere le cause
Il primo passo è intervenire sulle cause che stanno a monte dell’occhio pigro: nella maggior parte dei casi basta mettere degli occhiali al piccolo per correggere il difetto visivo; in caso di cataratta congenita, invece, può essere necessario un intervento chirurgico per liberare le vie ottiche.
Rieducare il cervello
Oltre a correggere il difetto visivo occorre anche riabituare il cervello a “vedere” in modo simmetrico. Per farlo si usa un bendaggio (o un cerotto) che copre l’occhio “sano” per costringere il cervello a elaborare le immagini ricevute dall’altro occhio. Questo esercizio deve essere eseguito quotidianamente per un intervallo di tempo variabile dalle 2 alle 6 ore circa (a seconda della gravità dell’ambliopia, dell’età del bambino su indicazione dell’oculista) per il tempo necessario a evitare che, dopo i progressi iniziali, ci sia una regressione allo stato iniziale.
Terapia dicoptica
Questo trattamento consiste nel presentare immagini differenti per ciascun occhio separatamente, associandole a compiti di apprendimento o giochi.
Gli occhiali 3D
Secondo un recente studio della University of Texas Southwestern Medical Center, per aiutare a correggere l’ambliopia in modo efficace e divertente per i piccoli, può essere utile la visione con occhiali 3D di particolari film animati appositamente studiati, affinché le immagini proposte a ciascun occhio abbiano un diverso contrasto (più forte in quelle destinate all’occhio pigro) in modo da stimolare in modo differente le aree del cervello deputate a elaborarle.
Il vantaggio di questo tipo di trattamento consiste in un minore rischio che i piccoli pazienti si annoino e interrompano la terapia, ma non tutti sono d’accordo sull’efficacia di questo approccio anche per quanto riguarda gli effetti negativi dell’eccessiva permamenza dei piccoli di fronte a schermi tv e monitor.
Fonti / Bibliografia
- Ambliopia (occhio pigro)L'ambliopia, conosciuta anche come "occhio pigro", è una condizione che interessa il 4% della popolazione mondiale ed è ca
- AUSL | Per la tua Salute | Screening pediatrico per la diagnosi precoce dell'ambliopia
- Amblyopia Causes, Risks & Treatments | UTSW Medical CenterOur pediatric ophthalmologists offer treatments to strengthen the eyes in children with amblyopia (lazy eye), the most common cause of childhood vision problems.