Argomenti trattati
I bambini con l’ occhio pigro si riconoscono perché indossano un cerotto, quasi sempre colorato e allegro, su un occhio. In effetti, il bendaggio è la soluzione più utilizzata in assoluto per il trattamento dell’ambliopia. Ma a breve potrebbe non essere più l’unica. Sono allo studio, infatti, altre cure molto promettenti.
Il tradizionale cerotto
Per occhio pigro si intende una ridotta capacità visiva monolaterale, cioè che riguarda un solo occhio. In pratica, il bambino usa solo un occhio, ma compensa con l’altro e, quindi, sembra che ci veda bene lo stesso. Il problema è che se il bimbo sforza sempre il medesimo occhio, con il passare del tempo, il cervello si abitua a trascurare l’immagine che gli giunge dall’altro occhio, fino a sopprimerne la percezione. Per salvare entrambi gli occhi, quindi, occorre intervenire al più presto. Il trattamento classico si basa sull’occlusione dell’occhio sano con un cerotto, per un tempo variabile da bambino a bambino (è lo specialista a prescrivere la durata dell’occlusione). In questo modo si costringe l’occhio pigro a lavorare.
L’esperimento in laboratorio
Una possibile alternativa a questa cura tradizionale arriva dagli studi del Massachusetts Institute of Technology (MIT), dove un team di ricercatori ha cercato di replicare la soluzione più adottata quando a entrare in tilt sono un computer o uno smartphone: spegnerli e poi riavviarli. A questo scopo è stato condotto un esperimento su un gruppo di topolini affetti da una malattia simile all’ambliopia. A tutti, per due giorni, è stato somministrato un anestetico in grado di disattivare la retina in modo temporaneo e reversibile. L’obbiettivo era capire se dopo questo “spegnimento” le cose potessero migliorare. In effetti, è stato così. Terminato l’effetto del farmaco, infatti, tutte le cavie hanno recuperato la normale visione anche nell’occhio pigro. E il miglioramento si è protratto nel tempo: gli studiosi hanno seguito gli animali fino all’età adulta, costatando che la correzione del difetto visivo era permanente.
Servono altri studi
Nonostante il trattamento abbia avuto successo, è presto per dire se può essere applicato anche ai bambini. Infatti, bisognerà prima condurre un altro studio, riducendo la durata di somministrazione del farmaco: due giorni, infatti, sono troppi per i bambini.
Un aiuto dal videogame
Un’altra soluzione è allo studio. Si tratta di uno speciale videogame, progettato appositamente per allenare e stimolare l’occhio pigro. Il gioco, che è stato chiamato Dig Rush, è in attesa di un’approvazione da parte dell’Fda americana, l’ente che si occupa della regolamentazione dei farmaci. A breve, dunque, potrebbe ottenere il via libera per diventare una vera e propria cura per l’ambliopia.