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Causa ritardi nello sviluppo cognitivo e motorio e basso quoziente intellettivo, oltre che basso peso alla nascita: ecco perché l’Agenzia per la protezione dell’ambiente statunitense, l’Epa (Environmental protection agency), si sta battendo per vietare l’impiego di un potente insetticida, il clorpirifos, nelle colture alimentari.
Potente insetticida
Il clorpirifos fu introdotto a metà degli anni ’60 negli Stati Uniti come deterrente altamente efficace per quasi tutti gli insetti, dalle zanzare agli scarafaggi. Venne utilizzato non solo per uso professionale in agricoltura, ma anche per uso domestico per tenere lontani gli insetti dai giardini privati.
Pericoli per la salute
Gli studi iniziati negli anni ’70, e dunque poco dopo l’introduzione dell’insetticida sul mercato, hanno messo in evidenza che il suo impiego nascondeva pericoli per la salute sia degli animali sia umana. Negli animali le ricerche effettuate hanno rilevato nascite premature a causa dell’esposizione materna al clorpirifos e disturbi comportamentali persistenti anche in età adulta nei cuccioli direttamente esposti alla sostanza. Per quanto riguarda la salute umana, studi recenti condotti su bambini piccoli avrebbero individuato un legame tra il clorpirifos e ritardi nello sviluppo cognitivo e motorio, oltre a livelli inferiori nel quoziente intellettivo.
Ancora in uso in agricoltura
A causa di queste scoperte l’uso del clorpirifos per uso domestico venne vietato negli Stati Uniti nel 2000, quando la casa produttrice lo ritirò dal mercato. Si trova però ancora nelle esche per insetti, viene tuttora impiegato nei campi da golf ed è ancora utilizzato dagli agricoltori su diverse tipologie di raccolti, molti dei quali per uso umano.
È una sostanza nervina
Il clorpirifos appartiene alla classe di sostanze chimiche chiamate organofosfati. È un agente nervino che provoca un’interruzione della capacità di comunicazione tra i nervi. L’esposizione può avvenire per via aerea (inalandolo), per via orale (ingerendo alimenti contaminati, ad esempio) e per assorbimento transcutaneo (attraverso il contatto con la pelle).