Obesità infantile: un algoritmo tra le soluzioni più adatte

Lorenzo Marsili A cura di Lorenzo Marsili Pubblicato il 06/07/2022 Aggiornato il 06/07/2022

L’obesità infantile è tra le problematiche ad aver risentito maggiormente dell’impatto della pandemia da Covid-19. I numeri sono, infatti, in crescita e il trend non sembra voler rallentare

obesità infantile è molto diffusa

Ad aggravare la situazione, il fatto che si è di fronte a un problema persistente che, da bambini in sovrappeso porta nella metà dei casi ad adulti obesi. Il tutto senza, ovviamente, dimenticare che non si tratta di una questione estetica, ma di un fenomeno che porta con sé gravi problemi di salute, fin dalla tenera età. In aumento, infatti, i casi di patologie derivate dall’obesità infantile negli under 12. Parliamo di ipertensione, diabete di tipo 2 e dislipidemia, che è l’alterazione dei grassi nel sangue e rientrano tra i principali fattori di rischio per i problemi cardiovascolari.

Cosa si può fare per ridurre l’obesità infantile?

Per invertire questa tendenza e scongiurare problemi ai più piccoli la prima soluzione possibile è quella di prendere in considerazione l’avvio di una dieta personalizzata. A rivelarlo sono gli esperti che hanno preso parte al 77° Congresso della Società Italiana di Pediatria, che sottolineano come imporre un regime controllato ai bambini non sia semplice, e, inoltre, ci sia da tenere conto delle peculiarità di ogni paziente: un unico piano di regime alimentare non è sempre efficace.

Quali fattori portano all’obesità infantile?

Come spiegato da Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di Pediatria, l’obiettivo è lavorare per una nutrizione personalizzata, con diete su misura per contrastare il problema dell’obesità infantile. Ogni persona è diversa e questo si riscontra anche nel cibo, con individui che assumono cibi identici, ma hanno una variabilità elevata nella risposta glicemica agli alimenti.

A provocare queste discrepanze sono le variazioni del patrimonio genetico, che interessano anche il microbiota intestinale. Per questi motivi, prosegue la Staiano, in Paesi come Israele si sta lavorando per creare algoritmi predittivi capaci di valutare la situazione tenendo in considerazione fattori come la dieta, l’attività fisica e il ruolo del microbiota intestinale.

Nell’immediato, la richiesta degli esperti è quella di valutare e prevedere l’istituzione di un piano salute che promuova un’alimentazione corretta dall’infanzia all’età adulta.

Quanti bambini obesi ci sono in Italia?

Stando a quanto riportato da un report condotto da Helpcode, l’obesità infantile in Italia interessa qualcosa come 100mila bambini tra i 6 e i 9 anni. A esserne maggiormente interessati sono i maschi (21%), mentre per le femmine il problema è, relativamente, più contenuto (14%). Dati che preoccupano, e non poco, gli esperti.

Come rivela Giorgio Zagami, Presidente di Helpcode Italia, che con Fimp (Federazione italiana medici pediatri), Irccs Gaslini e Università degli Studi di Genova ha sviluppato Onoi (Osservatorio dell’obesità Infantile in Italia), l’obesità infantile è un problema sanitario che porta con sé costi sociali ed economici enormi.

Inoltre, dall’ultimo report del Ministero della Salute  (Okkio alla Salute) arriva la conferma di un’Italia tra i Paesi europei con il più alto tasso di obesità infantile. Su 50mila bambini di terza elementare presi in esame, infatti, ben il 20,4% è risultato in sovrappeso, mentre il 9,4% è obeso. Dati che perfettamente in linea con la situazione mondiale, che vede un bambino su cinque a convivere con i chili di troppo, tra obesità e sovrappeso.

 

 

 
 
 

In sintesi

Cosa fa ingrassare di più i bambini?

L’obesità infantile è dettata principalmente da una dieta errata e da una eccessiva e, purtroppo, sempre più diffusa tendenza alla sedentarietà. Lavorare su questi due aspetti con l’aiuto di un medico è fondamentale. In alcuni casi, però, l’obesità è derivata da problemi di salute soggettivi, che vanno affrontati rivolgendosi a un esperto.

Come prevenire l’obesità infantile?

Per prevenire l’obesità infantile, il primo passo è prenderne coscienza e affrontare il problema. I genitori devono iniziare a fare i conti con la realtà e a dare il buon esempio, migliorando la propria alimentazione e praticando regolarmente un’attività sportiva. Bando alle bevande zuccherate e non eccedere con cibi grassi e troppo dolci.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Referto dell’ecografia morfologica: come capire se c’è qualcosa che non va?

28/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se il medico che effettua l'ecografia morfologica non rileva anomalie, non ha senso arrovellarsi sul referto. Se ci fosse stato qualcosa che non va sarebbe stato comunicato. In Inghilterra non vengono rilasciati alle pazienti i risultati degli esami proprio per evitare preoccupazioni inutili a chi non...  »

Mutazioni MTHFR eterozigote e PAI 4g/4g omozigote: possono causare l’aborto?

24/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

L'interruzione spontanea di una gravidanza iniziale è quasi sempre dovuta a uno sbilanciamento cromosomico del feto e non a mutazioni che di fatto non impediscono in assoluto che una gestazione vada a buon fine, come dimostra il fatto che tantissime donne che ne sono interessate hanno figli.   »

Quinta settimana di gravidanza: non si vede l’embrione e si evidenzia un distacco

21/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Anna Maria Marconi

Non è mai opportuno voler fare la prima ecografia troppo precocemente perché anziché esserne tranquillizzate si rischia di peggiorare la propria ansia. In quinta settimana difficilmente si vedono l'embrione e il battito del cuoricino, in più non si può capire bene se davvero si è in presenza di un distacco...  »

Fai la tua domanda agli specialisti