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È un problema sottovalutato, quello dell’obesità infantile. Più di un genitore su due non fa caso al sovrappeso dei figli. Una questione che non viene considerata neanche dai pediatri: il 50% ignora questo dato nel corso delle visite. A sostenerlo una ricerca presentata al Congresso europeo sull’obesità di Glasgow, nel Regno Unito, grazie a una metanalisi dell’Università di Nottingham che ha confrontato 87 studi fra il 2.000 e il 2018 su 24.774 ragazzi fra 0 e 19 anni e le loro famiglie.
Interventi tardivi
Nonostante i numerosi tentativi di sensibilizzare l’opinione pubblica, i risultati dello studio indicano che è diffusa l’abitudine di non considerare in modo adeguato l’ obesità infantile, constatano gli esperti. Per molti genitori l’illusione è che con l’età il problema si sistemi. Purtroppo questa superficialità porta a intervenire tardivamente, quando è più difficile ottenere dei risultati e magari sono già presenti complicanze.
Molti rischi
Quali sono i rischi dell’obesità infantile? Rimanere obesi in età adulta, avere complicanze metaboliche come glicemia alta, pressione arteriosa elevata, fegato grasso, difficoltà psicosociali. Ci sono casi di emarginazione, episodi di bullismo, depressione, disturbi del comportamento alimentare. Infine un’aspettativa di vita inferiore ai normopeso.
La situazione in Italia
In Italia due bambini su 10 sono in sovrappeso e uno su 10 è obeso, con una maggiore prevalenza nel Centro Sud. Negli ultimi 40 anni nel mondo i bambini e adolescenti obesi sono aumentati di 10 volte. Una questione che riguarda anche gli altri Paesi europei. In Europa, il 19-49% dei ragazzi e il 18-43% delle ragazze sono sovrappeso o obesi. Solo pochi fra loro ricevono un trattamento adeguato. E sempre di più si incomincia a parlare anche di diabete: un adolescente obeso ha un rischio 4 volte superiore di sviluppare un diabete tipo 2 nel corso della vita.
Fonti / Bibliografia
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