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In Europa si calcola che un bambino su tre, tra 6 e 9 anni, è in sovrappeso oppure obeso. In tutto il mondo si stima che entro il 2025 i bambini in sovrappeso sotto i 5 anni passeranno dagli attuali 41 milioni a 70 milioni. È, dunque, emergenza obesità infantile.
La ricerca del Bambino Gesù
Uno studio ha registrato per la prima volta al mondo i risultati dell’approccio chirurgico sui bambini sugli effetti della chirurgia bariatrica sui minori, realizzato dai medici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. La ricerca, su 93 ragazzi gravemente obesi tra i 13 e i 17 anni, ha registrato i risultati dell’approccio chirurgico, a distanza di 1 anno: un calo del peso di circa il 30% e la scomparsa o la riduzione di alcune patologie correlate all’ obesità infantile (malattie epatiche, diabete, ipertensione, retinopatia, apnee notturne).
Stili di vita o operazione?
Nello studio, un gruppo (21%) è stato trattato con resezione gastrica verticale laparoscopica, intervento di drastica riduzione del volume dello stomaco. Un altro gruppo (21%) con interventi su stile di vita e un palloncino intragastrico, che viene fatto ingoiare o viene posizionato endoscopicamente nello stomaco per indurre il senso di sazietà e aiutare così a seguire una dieta più corretta. Sul restante 58% dei ragazzi con obesità infantile si è intervenuti solamente agendo sugli stili di vita.
I benefici dell’intervento
A un anno dall’inizio del trattamento, i 20 ragazzi trattati con l’intervento hanno fatto registrare una perdita media di peso del 28%, la scomparsa della steatoepatite e, nel 90% dei casi, anche del fegato grasso. Gli altri 20 bambini trattati con palloncino intragastrico e con interventi sullo stile di vita hanno avuto una perdita di peso pari al 10%. Tra loro, però, in 6 casi è ricomparsa la steatosi epatica mentre a 7 ragazzi è tornata la fibrosi epatica. Infine, nei pazienti trattati solo con interventi mirati sullo stile di vita non si sono registrati miglioramenti significativi né nel calo ponderale né per quanto riguarda i danni al fegato.
Solo nei casi più gravi
L’approccio chirurgico in età pediatrica viene preso in considerazione nei casi più gravi e può essere applicato solo alla grande obesità e non deve mai prescindere da un cambiamento di vita fatto di controllo alimentare e attività fisica. Le linee guida internazionali prendono in considerazione due gruppi di pazienti: quelli con indice di massa corporea (bmi) pari o superiore a 50 (obesità patologica severa o superobesità) e quelli con un indice superiore a 40 (obesità grave di III grado), associata a steatoepatite o ad altre gravi patologie correlate come il diabete, l’ipertensione o le apnee notturne. Gli altri fattori presi in considerazione sono la maturità fisica e psicologica del paziente, il desiderio di sottoporsi alla procedura, i precedenti tentativi di perdita di peso, la capacità di rispettare le cure mediche.