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Nella lotta all’obesità infantile la cura dei dettagli è importante: anche un biberon di troppo ogni sera o un succo di frutta al giorno in più possono causare un surplus calorico, di proteine, carboidrati che, invece, andrebbe evitato fin da piccoli.
Coinvolgere diverse figure professionali
A spiegarlo è la pediatra Giuliana Valerio dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, vice presidente della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedep). Che spiega che nel seguire un bambino con obesità infantile e la sua famiglia è necessario il coinvolgimento di diverse figure professionali: “Per la natura multifattoriale dell’obesità, per la variabilità del grado di severità e soprattutto per le implicazioni che comporta sulla salute, il trattamento deve essere condotto a più livelli e coinvolgere diverse professionalità”, spiega la pediatra. Come, per esempio, dietista e psicologo, importante – quest’ultima figura – per supportare tutta la famiglia nel cambiamento degli stili di vita e nel loro mantenimento.
Incentivare l’attività fisica
Nella lotta all’obesità infantile è poi molto importante, spiegano gli esperti, anche lo svolgimento di attività fisica, e non solo per equilibrare il numero di calorie ingerite con quelle consumate: l’esercizio fisico svolto non riguarda, infatti, solo la spesa energetica “ma anche un allenamento muscolare che porta al buon funzionamento metabolico e cardiorespiratorio dell’organismo”, precisa Valerio.
La più vasta epidemia non infettiva a livello mondiale
Combattere l’obesità infantile è una strategia per tenere il più possibile alla larga malattie molto insidiose come diabete e patologie cardiovascolari: l’obesità è infatti il principale fattore di rischio per lo sviluppo di queste malattie croniche non trasmissibili. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’obesità è la più vasta epidemia non infettiva del terzo millennio (interessa 650 milioni di persone in tutto il mondo), e solo in Italia risultano obesi 5 milioni di adulti (una persona su 10), mentre tra i bambini e i ragazzi uno su quattro (il 25%) è clinicamente obeso (dati Istat). Numeri da non sottovalutare se si considera che, come spiega Ferruccio Santini, presidente della Società italiana dell’obesità (Sio), “sovrappeso e obesità sono responsabili dell’80% dei casi di diabete di tipo 2, del 35% dei casi di malattie ischemiche del cuore e del 55% dei casi di malattie ipertensive tra gli adulti”.
Fonti / Bibliografia
- Apache HTTP Server Test Page powered by CentOS
- Istat.it Obesità
- Home SIO - SIO Società Italiana ObesitàLa SIO Società Italiana dell'Obesità è nata nel 2000 dall'unione di SISO e UICO creando così una unica grande società multidisciplinare che ha al centro di ogni sua attività lo studio della malattia "Obesità" e la cura del Paziente con Obesità.