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Gli Stati Uniti si sono di recente trovati ad affrontare una piccola emergenza: un’epidemia di mielite flaccida acuta, malattia che all’inizio sembra il classico raffreddore, ma che invece è molto più grave. Al momento, ha colpito quasi 130 persone, quasi tutti bambini e adolescenti. Si tratta della terza ondata di questi ultimi anni: la prima si è verificata nel 2014, la seconda nel 2016 e la terza quest’anno, appunto.
Una malattia dalla causa incerta
La mielite flaccida acuta è un’infezione respiratoria che, con tutta probabilità, è scatenata dall’enterovirus D68, un agente della famiglia dei poliovirus. A oggi, però, rimangono ancora molte incertezze, per esempio non si sa perché in alcuni casi la malattia si manifesta in forma seria, portando alla paralisi, esattamente come succede con il virus della poliomielite, mentre in altri colpisce solo le vie respiratorie. L’unica certezza è che il responsabile non è lo stesso virus che scatena la poliomielite: infatti, esso non è mai stato isolato nei campioni fecali dei pazienti. L’aumento delle persone colpite registrato negli ultimi quattro anni negli Stati Uniti è avvenuto in concomitanza con la diffusione di infezioni respiratorie dovute a rinovirus ed enterovirus.
Le ipotesi allo studio
A far pensare al coinvolgimento dell’enterovirus D68 è stata la corrispondenza tra l’aumento delle infezioni e i casi di paralisi flaccida. Del resto, questa ipotesi è stata ventilata anche in uno studio pubblicato pochi mesi fa sulla rivista The Lancet Infectious Diseases. Tuttavia, al momento l’assenza di studi su animali e la scarsa rilevazione del virus nel liquido cerebrospinale non hanno ancora permesso di confermare la correlazione con assoluta certezza. Altre ipotesi suggeriscono il ruolo del virus del Nilo occidental (West Nile), di alcune tossine ambientali o di un difetto del sistema immunitario che porta i linfociti ad aggredire le cellule del proprio organismo. Ma anche in questo caso, restano molti dubbi, per esempio la ragione per cui molte persone infette non subiscono conseguenze importanti.
Massima attenzione ai segnali
Pertanto gli esperti invitano i genitori a non trascurare eventuali segnali. Se il proprio figlio sviluppa una debolezza improvvisa e progressiva, fino alla perdita nel controllo degli arti, è fondamentale rivolgersi subito al medico. Infatti, in questi casi la tempestività è fondamentale, sebbene se per ora le cure siano ancora sperimentali e si basino soprattutto sull’uso delle immunoglobuline e del farmaco fluoxetina.