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Siamo nel pieno dell’inverno e le malattie respiratorie dei bambini come bronchiolite, asma, respiro sibilante sono al culmine della loro diffusione, insieme a influenza e raffreddore. Il freddo, la necessità di restare per ore in ambienti chiusi favoriscono la diffusione di virus respiratori che, nei più piccoli, possono causare complicanze. Quest’anno, le misure anti-contagio contro la diffusione del Covid-19 (uso di mascherine, distanziamento, igiene delle mani) stanno sicuramente costituendo una protezione anche contro la diffusione di altri virus, soprattutto per la bronchiolite e il respiro sibilante. Anche il vaccino antinfluenzale, se è stato scelto dalle famiglie, è una valida difesa.
Rivolgersi sempre al pediatra
Nonostante queste precauzioni, le malattie respiratorie dei bambini restano comunque diffuse nei mesi freddi. Per questo gli esperti dell’Istituto per la Salute del Bambino Gesù forniscono tutte le informazioni necessarie su cause, diagnosi e cura di questi disturbi. E suggeriscono di prestare attenzione soprattutto a sintomi come tosse, raffreddore, inappetenza o malessere, che possono essere in comune con il Covid-19. Non si deve agire di propria iniziativa, ma è importante rivolgersi al pediatra che saprà valutare il caso e fornire le indicazioni corrette di comportamento.
Bronchiolite: a rischio i piccolissimi
La bronchiolite è un’infezione acuta, causata da vari tipi di virus, tra i quali il Vrs o Virus respiratorio sinciziale che è attivo soprattutto nei mesi di gennaio e febbraio. Colpisce le vie respiratorie più profonde, in particolare i bronchioli, ossia le terminazioni dei bronchi, dove avvengono gli scambi gassosi. I bronchioli si restringono causando difficoltà respiratoria. L’infezione colpisce i bambini piccoli, soprattutto quelli tra i 3 e i 6 mesi e si trasmette per contatto diretto con le secrezioni nasali o attraverso le goccioline trasportate dall’aria. Causa febbricola, raffreddore e tosse ma nelle forme più serie si accompagna a difficoltà respiratoria, episodi di apnea, cianosi e difficoltà a mangiare. La diagnosi di bronchiolite è clinica, in seguito a visita pediatrica. Quando si può curare a casa, è utile offrire al bambino pasti piccoli e frequenti per stimolare l’appetito e garantire l’idratazione ed effettuare i lavaggi nasali per facilitare la respirazione. Infine, per ridurre il rischio di bronchiolite sono valide alcune semplici norme: evitare gli ambienti affollati e lavarsi spesso le mani, prima e dopo essersi occupati del piccolo.
Asma: l’infiammazione dei bronchi
L’asma nel nostro Paese colpisce un bambino su dieci dopo i 6 anni di età. È una malattia caratterizzata da infiammazione e ostruzione dei bronchi, che rendono difficile la respirazione. È scatenata essenzialmente da allergia (a polveri, acari, pollini, pelo di animali), ma anche da esposizione a fumo di sigaretta. Le infezioni virali durante l’inverno, inoltre, potenziano l’infiammazione allergica a livello delle vie aeree. Anche gli sforzi fisici e le emozioni intense possono essere agenti scatenanti. I sintomi sono tosse secca e stizzosa, a volte con fischi o sibili e difficoltà respiratoria. La diagnosi si effettua attraverso l’esame clinico dei sintomi, la spirometria e le prove allergiche. La cura consiste nella gestione dell’attacco acuto con farmaci specifici e con trattamenti in grado di ridurre l’infiammazione dei bronchi e la frequenza degli attacchi. È essenziale tenere sotto controllo la malattia e prevenire gli attacchi, proteggendo i bambini dai fattori ambientali scatenanti (in primis fumo e allergeni), di effettuare regolari controlli clinici e, come indicato dalle linee guida internazionali, di eseguire ogni anno il vaccino antinfluenzale.
Wheezing: quando il respiro sibila
Il sibilo respiratorio, o wheezing, tra le malattie respiratorie dei bambini è forse quella di cui si parla meno, ma non per questo è meno seria. Consiste in un vero e proprio suono, acuto e continuo, emesso dal piccolo durante l’espirazione. È dovuto a un temporaneo restringimento delle basse vie respiratorie, innescato di solito da un’infezione virale, per esempio in seguito a un raffreddore. La nascita prematura, la famigliarità e alcuni fattori ambientali, come inquinamento atmosferico o esposizione agli allergeni, sono fattori di rischio. Si presenta soprattutto tra i più piccoli (1 bambino su 3 ha un episodio nei primi 3 anni di vita) e in genere scompare con la crescita. Solo in una piccola percentuale di casi evolve in asma bronchiale. La diagnosi è effettuata dal pediatra attraverso l’esame clinico e l’auscultazione del torace che permette di rilevare il sibilo anche quando è poco intenso. Sul fronte della cura è essenziale la somministrazione tempestiva di farmaci per inalazione che sfiammano e dilatano i bronchi “ristretti”. Questo evita che il disturbo peggiori e che il bambino debba essere portato al Pronto soccorso.
Fonti / Bibliografia
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