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Indubbiamente sono più frequenti nell’età adulta, soprattutto nel sesso femminile. Eppure, le malattie della tiroide non risparmiano nemmeno i bambini. Basti pensare che il tumore a questa ghiandola rappresenta la seconda forma tumorale più frequente nelle ragazze. Ecco perché i medici specialistici endocrinologici di tutto il mondo hanno deciso, per la prima volta in assoluto, di stilare delle linee guida condivise per la diagnosi e il trattamento di queste problematiche nell’età infantile.
È una ghiandola essenziale per la salute
La tiroide è una ghiandola a forma di piccola farfalla, posta nella regione anteriore del collo, molto importante per l’organismo. Produce, infatti, la tiroxina o T4 e la triodotironina o T3, due ormoni contenenti iodio che controllano moltissime funzioni. Innanzitutto, collaborano ai processi di accrescimento e di sviluppo dell’organismo e alla regolazione del metabolismo. Inoltre, contribuiscono alla produzione del calore e ai processi di accumulo e di distribuzione di acqua e sali minerali. Infine, controllano tante altre funzioni, come la velocità dei battiti del cuore, la contrattilità cardiaca, il livello di colesterolo nel sangue, il ritmo delle mestruazioni, la forza muscolare, lo stato mentale, il tono dei vasi, le condizioni della pelle e dei capelli, la vista.
Le malattie più comuni nei bambini
La tiroide può essere soggetta a tante problematiche diverse. Nell’età infantile, una delle più frequenti (riguarda dal 5 al 10% degli adolescenti italiani) è la tiroidite di Hashimoto, un’infiammazione cronica della tiroide dovuta a un anomalo funzionamento del sistema immunitario. Nelle fasi iniziali non dà quasi mai sintomi. In molti casi, non provoca conseguenze nemmeno dopo anni, per cui, anche se scoperta non richiede alcuna cura. In altri casi, invece, può causare un rallentamento della funzionalità tiroidea e richiedere cure farmacologiche. Nei ragazzini sono relativamente comuni anche i noduli della tiroide.
Attenzione ai fattori di rischio
Proprio i noduli tiroidei sono una delle tematiche più trattate nelle nuove linee guida. Gli autori sottolineano come spesso si tratti di formazioni benigne, che però non devono essere sottovalutate. In alcuni casi, infatti, possono anche essere maligni e aggressivi. Un’eventualità, questa, più frequente nel sesso maschile. Nel documento si specifica, poi, che i bambini che presentano uno o più fattori di rischio per problematiche tiroidee (come carenza di iodio, sindromi genetiche, esposizione a radiazioni) devono essere sottoposti a controlli annuali, con esami clinici ed ecografia.
Un grande passo in avanti
“Grazie alle prime Linee Guida Mondiali in pediatria, oggi siamo in grado di affrontare efficacemente le diverse malattie della tiroide di bambini ed adolescenti, compresi i tumori, che possono essere associati a metastasi polmonari. Le linee guida su cui si basa il documento, evidenziano differenze nella gestione del nodulo tiroideo rispetto all’adulto, forniscono raccomandazioni specifiche di grande utilità per eseguire gli esami diagnostici esclusivamente o in presenza di fattori di rischio e per trattare i pazienti con le terapie adatte. È fondamentale, però, rivolgersi ai centri di eccellenza” ha spiegato il professor Mohamad Maghnie, Presidente SIEDP, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica.