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Febbre con sintomi simili a quelli di una comune influenza. Poi il peggioramento fino al coma cinque giorni dopo. Il trasferimento dall’ospedale Santa Chiara di Trento agli Spedali civili di Brescia e, in meno di 48 ore, il decesso: è questo in sintesi l’avvicendarsi degli eventi che hanno portato alla morte per malaria la piccola Sofia Zago di 4 anni. La bimba, che viveva con il padre, la madre e il fratello maggiore a Trento, non aveva mai lasciato l’Italia e aveva trascorso le recenti vacanze estive a Bibione, sulla riviera veneta.
Malaria cerebrale
La bambina è stata colpita da malaria cerebrale, la forma più grave della malattia. Questo tipo aggressivo di morbo viene trasmesso dal Plasmodium falciparum, la specie più aggressiva di un protozoo parassita trasmesso dalla zanzara del genere Anopheles. La morte, nei casi più gravi, può arrivare entro 24 ore.
Da Trento a Brescia
Paolo Bordon, direttore generale dell’Apss (Azienda provinciale dei servizi sanitari) del Trentino, ripercorre la storia clinica della bimba. E racconta che la piccola il 13 agosto aveva avuto un principio di diabete mentre era in vacanza a Bibione ed era stata curata negli ospedali prima di Portogruaro e di Trento poi, dal 16 al 21 agosto. Poi una faringite giovedì 31 agosto, con antibiotici prescritti al pronto soccorso di Trento, infine la malaria: sabato mattina la bambina è andata in coma all’ospedale Santa Chiara di Trento, dove le è stata diagnosticata un’infezione da malaria. La piccola è stata quindi trasferita in elisoccorso in condizioni gravissime agli Spedali civili di Brescia, struttura di riferimento per le malattie tropicali, ma nonostante il potenziamento della terapia antimalarica non c’è stato purtroppo nulla da fare.
L’infezione contratta in ospedale?
Per capire come la bimba abbia potuto contrarre la malaria, particolare attenzione viene dedicata al fatto che il 21 agosto – ovvero l’ultimo giorno di ricovero a Trento della piccola per il diabete – è arrivata nell’Ospedale Santa Chiara di Trento una famiglia del Burkina Faso di ritorno da un viaggio nel Paese d’origine con due bambini di 4 e 11 anni con la malaria, ricoverati nello stesso reparto dell’ospedale, ma in stanze diverse. Nunzia Di Palma, direttrice dell’unità operativa di pediatria dell’ospedale di Trento, spiega che il parassita che ha causato la morte per malaria alla piccola Sofia è lo stesso che aveva fatto ammalare i due bambini di ritorno dal Burkina Faso che erano stati ricoverati in pediatria a Trento negli stessi giorni della piccola. Ma non si escludono altre ipotesi, come quella secondo cui la bimba avrebbe contratto la malaria proprio nel campeggio di Bibione dove aveva trascorso le vacanze.
La zanzara “italiana” non trasmette la malaria
Alberto Matteelli, esperto di malattie tropicali agli Spedali civili di Brescia, precisa che a oggi “non è mai stato dimostrato che la zanzara italiana possa trasmettere una forma di malaria come quella contratta dalla bambina”. Gli esperti chiariscono inoltre che la malaria non si trasmette da uomo a uomo, se non attraverso il contatto diretto con sangue infetto (“sangue nel sangue”).
Aperta un’inchiesta
Per fare chiarezza sulla complessa vicenda la Procura di Trento ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti, volta ad accertare se siano stati seguiti i protocolli prescritti per le cure e per ricostruire con precisione le tappe cliniche che hanno portato alla morte della bimba.