Mal d’orecchio nei bambini: da cosa dipende e come si cura

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 24/11/2021 Aggiornato il 24/11/2021

Il mal d’orecchio è un sintomo frequente nei bambini. Può dipendere da un’otite, ma non necessariamente. In tutti i casi non va mai trascurato

Mal d’orecchio nei bambini: da cosa dipende e come si cura

Intenso, continuo, improvviso, duraturo: il mal d’orecchio è un disturbo che può assumere caratteristiche diverse e che è molto comune nei bambini, a tutte le età. Nella maggior parte dei casi, è particolarmente fastidioso e mal tollerato. Spesso dipende dall’otite, ma può essere legato anche ad altre cause. È importante non sottovalutarlo e non minimizzare il fastidio lamentato dal piccolo.

Di che cosa si tratta

Il mal d’orecchio, che in termini medici è detto otalgia, è un sintomo frequente nei bambini, specie in quelli molto piccoli e in quelli che frequentano la scuola dell’infanzia. Come ricordato dagli esperti dell’Irccs Burla Garofalo di Trieste, di sovente dipende dell’irritazione del timpano, che può essere dovuta a sua volta dalla presenza di raffreddore e può accompagnarsi a febbre. In alcuni casi, invece, la causa del dolore è l’otite, ossia un processo infiammatorio a carico di una delle strutture dell’orecchio. Nei bambini che frequentano la piscina è comune soprattutto l’otite esterna, cioè l’infiammazione della pelle che riveste il condotto uditivo, mentre in inverno è prevalente l’otite media, che interessa la parte più interna dell’orecchio.

I sintomi dell’otalgia

Il mal d’orecchio nei bambini può essere accompagnato da altri sintomi oltre al dolore (che tende a peggiorare – soprattutto di notte – quando si tocca o addirittura sfiora la zona), come il prurito e una percezione ovattata dei suoni. Talvolta, in presenza di otite si possono notare anche secrezione e/o sangue nel condotto uditivo. Nei bambini piccoli, l’otalgia può provocare pianti inspiegabili e inconsolabili.

Serve il pediatra

In presenza di sintomi sospetti è bene rivolgersi al pediatra, che potrà vistare il bambino e porre la diagnosi. In genere, il trattamento del mal d’orecchio nei bambini prevede il ricorso a farmaci antidolorifici, spesso sotto forma di gocce. Per l’otite media, come spiegano i medici dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, si può aggiungere anche l’applicazione di gocce a base di cortisone ed eventualmente di antibiotici, se l’origine è batterica. In caso di raffreddore, si consiglia di effettuare lavaggi ed eventualmente di impiegare spray.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Talvolta il mal d’orecchio nei bambini deriva da malattie che non riguardano direttamente le orecchie, ma distretti vicini, come le tonsilliti e le sinusiti.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Integrazione di progesterone dopo la 12^ settimana: è pericoloso sospenderla?

14/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Nel secondo trimestre la placenta provvede abbondantemente a produrre gli ormoni utili alla gravidanza, quindi non sono più necessari apporti esterni.   »

Pianto poco vigoroso alla nascita: c’è da preoccuparsi?

14/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Antonella Di Stefano

Se il neonato si attacca al seno con vigore e dai controlli effettuati alla nascita e nelle settimane successive non emerge nulla di anomalo, non è opportuno attribuire una valenza importante al fatto che subito dopo il parto il suo pianto sia stato flebile.   »

IgG e IgM in relazione alla toxoplasmosi: cosa esprimono?

07/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Gli anticorpi IgG positivi segnalano che in passato ci si è ammalate di toxoplasmosi (quindi si è immunizzate), mentre gli anticorpi IgM positivi indicano che tale infezione è in corso (o comunque è stata sviluppata di recente). Se entrambi i tipi risultano negativi vuol dire che non si è immuni.   »

Fai la tua domanda agli specialisti