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Una nuova tecnica riduce le ricadute post trapianto in caso di leucemia infantile. In particolare, è in grado di abbassare le probabilità di infezione e ricaduta nei casi di trapianto di midollo da donatore aploidentico, cioè compatibile a metà con il ricevente, come è il caso per ciascuno dei genitori.
In che cosa consiste
La tecnica consiste nell’utilizzo delle cellule del donatore geneticamente modificate attraverso l’introduzione di un nuovo gene, chiamato Caspasi 9 inducibile, che permette, in caso di reazioni avverse, di controllarle per impedire l’aggressione delle cellule del donatore sull’organismo ricevente. Le probabilità di successo sono altissime, pari al 90% dei casi trattati. La notizia che una nuova tecnica riduce le ricadute post trapianto in caso di leucemia infantile è stata data nel corso di un convegno all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che ha messo a punto negli ultimi anni il trapianto di cellule staminali da uno dei due genitori per i bambini colpiti da leucemie e tumori del sangue.
Una malattia del sangue
La leucemia infantile è un tumore che si sviluppa a partire dalle cellule che danno origine a globuli rossi, globuli bianchi e piastrine e si trovano nel midollo osseo, la parte di tessuto “spugnoso” contenuta nelle ossa. Da qui, la malattia si diffonde nel sangue e attraverso questa via raggiunge altri organi. La maggior parte di queste malattie è legata a difetti del Dna fin dalla nascita. Attualmente non è possibile la prevenzione, in quanto le cause non sono del tutto chiare. L’unica raccomandazione è evitare l’esposizione a radiazioni o a sostanze chimiche pericolose.
Come si scopre
La diagnosi avviene con l’analisi di un campione di midollo osseo, esami molecolari mirati a individuare la presenza di alterazioni al Dna ed esami di diagnostica per immagini. Il trattamento (chemioterapia, radioterapia, farmaci biologici) dipende da diversi fattori, come il tipo di malattia, lo stadio, l’età del bambino.
L’uso delle staminali
Un’opzione è rappresentata dal trapianto di cellule staminali, che possono essere prelevate dal midollo osseo a dal sangue. Se le cellule arrivano da un donatore (fratello o sorella) si parla di trapianto allogenico, mentre in quello autologo (meno utilizzato perché a maggior rischio di recidiva) le cellule vengono prelevate allo stesso bambino prima del trattamento. Ora una nuova tecnica riduce le ricadute post trapianto in caso di leucemia infantile.