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Le favole svolgono un ruolo molto importante nello sviluppo del bambino perché contengono, a livello simbolico, i problemi della vita reale. Tramite personaggi che colpiscono la fantasia, le favole permettono al piccolo di rappresentarsi le situazioni in maniera più semplice e immediata, servendosi dell’immaginazione. I personaggi sono sempre ben definiti: il buono e il cattivo, opponendosi, rappresentano nella mente del piccolo l’alternanza tra il bene e il male. L’importanza delle fiabe non si esaurisce però dopo che è terminato il racconto. Il messaggio che la favola porta con sé, cioè la morale, contiene valori, norme di comportamento e regole che il bambino apprende e con i quali può confrontarsi.
Migliorano il legame con i genitori
La buona abitudine di raccontare una storia al bambino prima della buonanotte è un toccasana per tutta la famiglia. Questo rito rafforza il legame con mamma e papà, perché crea un momento intimo e sereno tra i genitori e il bambino: un momento preziosissimo, soprattutto se si pensa alla frenesia dei ritmi quotidiani di oggi. Sarebbe bene che i genitori si alternassero in questa veste, così da instaurare ciascuno un rapporto personale con il piccolo.
Favoriscono il linguaggio
L’ascolto delle favole, fin dai primi mesi di vita, è davvero importante per il bambino: rappresenta un ottimo strumento per porre le basi della sua conoscenza. Grazie al racconto, sente suoni e parole, anche quelli più difficili, di cui non conosce ancora il significato, ma che presto entreranno a far parte del suo vocabolario: un po’ per volta, con l’aiuto del genitore, il piccolo impara a conoscere il mondo esterno e come codificarlo. I bambini cui sono state lette molte fiabe, imparano, infatti, a leggere molto più facilmente: per questo gli studiosi del linguaggio consigliano di dedicare più tempo che si può al bambino, accettando anche di leggere e rileggere più volte ad alta voce i racconti che più gli piacciono.
Aiutano a sviluppare il senso critico
Se si pensa alle favole più classiche, da Cappuccetto Rosso a Biancaneve, per esempio, notiamo che la struttura è più o meno sempre la stessa: accanto al personaggio principale (l’eroe, buono e giusto), ruotano altre figure come l’antagonista (cattivo e spietato), l’aiutante, lo strumento magico e non manca il lieto fine. Quando il bambino è più grandicello, non è raro che chieda spiegazioni sullo svolgersi della vicenda e che voglia sapere il perché degli eventi. Il racconto di una storia solletica nel piccolo la capacità di porsi delle questioni e gli si può chiedere di commentare le azioni del personaggio. Quando è più grandicello alla fine della narrazione si possono porre al bambino, se non è troppo stanco e se ne ha voglia, alcune domande circa il comportamento dei vari personaggi del racconto, per aiutarlo a ragionare e a sviluppare il suo senso critico.