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La balbuzie è un disturbo della fluenza del linguaggio che, secondo gli esperti, riguarda il 3 per cento dei bambini in età prescolare e colpisce maggiormente i maschietti rispetto alle femmine. Con il tempo il difetto tende a ridursi, perché alcune forme sono legate all’evoluzione del linguaggio, ma nell’1 per cento dei casi il problema permane fino all’età adulta. Negli ultimi tempi, però, alcune forme tra i bambini sono peggiorate a causa delle situazioni legate alla pandemia e all’utilizzo della macherina.
Perché la balbuzie peggiora
Sembra, infatti, che la balbuzie con la mascherina, la didattica a distanza e il fatto di non poter frequentare gli amici sia addirittura peggiorata. Lo sostiene la cooperativa sociale Psicodizione Onlus, secondo la quale dall’inizio della pandemia è aumentato il numero dei bambini con balbuzie, mentre quelli che ne soffrivano già sono peggiorati.
Questo perché le misure di distanziamento pongono questi bambini di fronte a maggiori difficoltà espressive. In presenza, infatti, senza la mascherina e a contatto con gli altri, si può contare anche sulla comunicazione indiretta fatta di espressioni del viso e gestualità, aspetti non riproducibili a distanza. Inoltre la richiesta che viene avanzata spesso a distanza o con la mascherina: “potresti ripetere?” nei piccoli con balbuzie rappresenta una fonte ansiogena che acuisce la disfluenza. Il fatto di dover fare affidamento solo sull’espressione verbale, che per questi bambini è difficoltosa, li pone in una situazione di stress che peggiora il problema.
Tranquillizzare il bambino
Al momento continuare a osservare queste misure è l’unico modo per mantenere sotto controllo la diffusione del virus. Vale anche per i bambini soggetti a balbuzie, con la mascherina, il distanziamento, i contatti limitati. È però possibile aiutarli in molti modi, mettendo in pratica le stesse regole che valgono anche quando non si usa la mascherina, ma in modo più accentuato. Prima di tutto il piccolo va ascoltato con calma, evitando di terminare le frasi al posto suo e di dirgli di stare calmo, di fare un bel respiro: questo non fa altro che aumentare l’ansia e, quindi, peggiorare la disfluenza. È essenziale non fare confronti con i coetanei o, peggio ancora, con altri componenti della famiglia. Sapere di non riuscire a parlare bene come i compagni di classe o come il fratello o di dover perseguire il modello di un genitore che ha superato il problema non farà mai emergere la fiducia in se stessi, necessaria per vincere il disturbo.
Dare libero sfogo alle energie
I bambini con balbuzie, con la mascherina o senza, dovrebbero sempre essere seguiti da un logopedista, ma anche a casa è possibile aiutare il bambino. Invece che la mascherina chirurgica, gli si può proporre quella trasparente quando è fuori casa, in modo che possa anche contare sull’espressività del viso. Inoltre, vanno suggerite attività che permettano al bambino di scaricare le energie nascoste, per esempio giocando all’aperto, facendo ginnastica anche in casa, ballando, recitando poesie. L’uso dei muscoli fonatori durante il canto e la recitazione (circostanze in cui solitamente non si balbetta perché si conosce già il testo) costituisce un esercizio efficace e quindi in seguito viene più semplice articolare il discorso anche in situazioni quotidiane. Infine, per aumentare l’autostima che può essere carente in chi è soggetto a disfluenza, è bene valorizzare quello in cui il bambino si distingue, che si tratti di sport, predisposizione alla musica o al canto o a un’espressione artistica. Per qualsiasi dubbio è essenziale fare riferimento al pediatra.
Fonti / Bibliografia
- Balbuzie (se il bambino balbetta) - Ospedale Pediatrico Bambino GesùIncertezze, esitazioni, improvvisi arresti nel modo di pronunciare le parole